Allo studio riorganizzazione, nuovo formato ed eventi
Mentre il Partito democratico è in cerca di sé e di una nuova (o meno) leadership, anche il suo ex giornale ufficiale l’Unità vive momenti di passione: si avvicina la fine d’anno con la previsione di chiusura in rosso per un po’ meno di 3 milioni di euro, ci sono ulteriori costi da contenere (compreso quello del personale) e nei mesi scorsi si è dovuta pagare anche una nuova tranche per l’acquisto del quotidiano gramsciano post fallimento.
In particolare, sui 10 milioni di euro da versare complessivamente, lo scorso settembre è giunta la scadenza per pagare la seconda tranche di circa 4 milioni di euro (il prossimo autunno ce ne sarà ancora un’ultima da saldare, pari a 3,5 milioni). Il recente versamento è stato effettuato grazie a un prestito bancario stipulato con Intesa Sanpaolo e, tra l’altro, ha ricompreso tra le garanzie necessarie la stessa testata Unità. Il brand era stato valutato intorno ai 3 milioni di euro durante l’iter fallimentare e rappresenta il principale asset di rilievo del giornale, oggi diretto dal vignettista nonché voce della sinistra italiana Sergio Staino e condiretto da Andrea Romano, storico e deputato dello stesso Partito democratico (Pd). Peraltro il momento d’incertezza e di passaggio del Pd si riflette proprio in una vivace dialettica in seno alla direzione del giornale, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, tra il desiderio di ospitare sulle pagine del quotidiano anche i giudizi critici verso l’attuale segretario del Pd Matteo Renzi e quelle posizioni che invece si vogliono attenere maggiormente alla linea ufficiale del partito.
Intanto, comunque, la proprietà affidata a Guido Stefanelli, a.d. e socio all’80% assieme al costruttore Massimo Pessina (il restante 20% è in mano al Pd), ha intenzione di tagliare ulteriormente alcuni costi, sia del lavoro sia quelli industriali (come già fatto in parte, per esempio razionalizzando le aree di distribuzione).
Quindi per quello che riguarda il costo del lavoro e in particolare la spesa per i giornalisti, l’idea è di trasformare 10-12 redattori fissi con articolo 1 ex contratto nazionale dei giornalisti (cnlg) in articolo 2 (collaboratori fissi senza obbligo di presenza in redazione). A oggi l’organico dell’Unità è composto da poco meno di 30 giornalisti.
Siccome però bisogna contenere le spese ma ci sono anche i ricavi da spingere se si vuole concretizzare il rilancio, l’Unità ha in mente una serie di novità editoriali, a partire dal cambio di formato (pronto a rimpicciolire). E poi non è escluso che persino le travagliate vicissitudini del Pd non finiscano per aiutare il giornale, visto che quest’ultimo sta studiando una serie di iniziative pubbliche come eventi, incontri e dibattiti sullo scenario politico attuale, compresi i confronti su quale sarà il futuro del Partito democratico. Tutti progetti in grado di portare qualche copia in più (oggi la testata non è rilevata da Ads ma la sua diffusione complessiva è data sotto le 10 mila copie).
Del resto il Partito democratico è sempre rimasto centrale nella vita della testata, non solo come azionista ma anche e soprattutto avendo messo di recente sul tavolo un accordo commerciale con l’Unità, per la vendita di copie da distribuire ai vari circoli (una strada tentata anche in passato da precedenti gestioni, seppur con scarsi risultati di business)
Marco A. Capisani, Italia Oggi