Nel nuovo provvedimento si elude il “job posting” e si aggirano le prescrizioni dell’Anac
Ora nella nuova versione (al punto 5) la stessa frase è scritta senza virgole. Si dirà, ma cosa cambia? Nulla apparentemente ma nella sostanza il venir meno delle due virgole può alterare completamente la portata del concetto che quella frase racchiuse. Ed, infatti, secondo il più autorevole linguista italiano, Tullio De Mauro, «il venir meno delle due virgole – presupponendo che chi lo ha scritto conosce l’uso della punteggiatura – serve a isolare o non isolare, a rimarcare o a non rimarcare un determinato concetto. In questo caso il togliere le virgole, l’inciso, pare voglia rimarcare il concetto di solo quelle…». Ovvero che le ricognizioni interne… “ma solo quelle”…«effettuate tramite lo strumento del “job posting” sono pubblicate sul sito…». Se così fosse, le due virgole cancellate eludono completamente i rilievi dell’Autorità anticorruzione che nelle raccomandazioni inviate a viale Mazzini (ma anche al ministero del Tesoro e alla Corte dei Conti) dopo aver accertato, «il mancato utilizzo dello strumento del job posting, la sussistenza di ipotesi di conflitto d’interessi per il direttore della sicurezza», e tutta un’altra serie di responsabilità, prescrive alla Rai (raccomanda) che “la ricognizione preventiva delle professionalità interne deve essere effettuata attraverso lo strumento del job posting, da utilizzarsi in modo preventivo e non concomitante rispetto all’avvio di procedure di selezione esterna».
E sulle assunzioni esterne, il nuovo piano prevede un’altra curiosità, anzi una deroga rispetto al «vecchio» piano. Una deroga per dirigenti, giornalisti con qualifica di caporedattore o incarichi superiori e quadri. Una mossa che non farà certo piacere ai responsabili dell’Usigrai (sindacato che aveva presentato l’esposto all’Anac) che proprio lunedì scorso avevano segnalato che a distanza di due mesi dalla «pesante censura dell’Autorità Anticorruzione nei confronti della Rai per le assunzioni dei dirigenti esterni nulla era ancora accaduto». E concludeva l’Usigrai: «Ma quale segnale si da ai cittadini se passa l’idea che il servizio pubblico possa ignorare una delibera dell’Autorità anticorruzione…».
La Stampa