La grande provocazione di Sorrentino, in «The young Pope» (su Sky), molto scaltra narrativamente e acuta concettualmente, il regista se l’è tenuta sotto traccia. «The young pope» infatti è descritto come un pontefice determinato (inflessibile, con superbia e anche prepotente presunzione) a ripristinare l’autorità rigida della Chiesa, da una parte liberandola dagli scandali (i gay, i pedofili, gli intrighi del Vaticano…) e dall’altra riaffermandone l’assoluta indiscutibilità. Così, lo spettatore non può evitare di pensare che dopo Francesco – dubbioso, comprensivo e aperto verso qualsiasi cosa, perfino al recupero di Lutero – possa arrivare, nella realtà, un pontefice assolutamente diverso, com’è nella fiction Pio XIII. È un’ipotesi verosimile, realistica: dopo l’assoluta apertura ai «peccati» e alle divisioni nel mondo, la restaurazione intransigente.
di Cesare Lanza, Italia Oggi