L’editore lancia un nuovo progetto, per il momento su radio digitale Dab e televisione. E sulle frequenze ex Padania: sfrutteremo l’associazione
Da una parte c’è l’acquisizione della concessione nazionale e di 136 frequenze di Radio Padania da parte di Lorenzo Suraci, di cui ItaliaOggi ha dato notizia la scorsa settimana. Dall’altra i movimenti su Rtl 102,5 Rock, un’emittente che esisteva già come radio di sola musica sul web e sul digitale radiofonico (Dab) e che in questi giorni il patron di Rtl e Radio Z l’italiana ha cominciato a potenziare con i conduttori, chiamando nomi noti della radiofonia.
Messi insieme questi due fatti, ecco spiegato cosa potrebbe essere degli spazi in Fm di Radio Padania passati di mano per 2,1 milioni di euro a inizio agosto (l’emittente della lega prosegue in ambito locale al nord).
D’altronde il progetto iniziale di dare concessione e frequenze a Radio Z era stato fermato dal ministero dello sviluppo economico che non accettava che gli impianti passassero da una radio comunitaria a una commerciale. Per questo Suraci ha dovuto costituire l’Associazione Culturale Radiofonica Comunitaria ed evidentemente pensare a cosa fare di questi spazi.
L’editore, però, per ora preferisce frenare. «Le frequenze che abbiamo comprato da Radio Padania? Onestamente non so ancora con esattezza come le utilizzeremo. Sicuramente vorrò sfruttare fino in fondo l’associazione che abbiamo dovuto creare per fare l’operazione, e per questo voglio avere un progetto solido», risponde Suraci. «Per ora io terrei le due cose separate. Da una parte c’è la radio rock, dall’altra le nuove frequenze. Fra un mese avremo più chiaro cosa saranno l’una e l’altra».
Vediamo quindi cosa sta accadendo ora. Rtl 102,5 Rock è una fresca presenza sul digitale terrestre al canale 258, mentre continua a trasmettere sul Dab, il digitale radiofonico diffuso in molte regioni italiane ma con scarsissima presenza di ricevitori. E come detto si sta animando con i conduttori, sia fissi che ospiti: Zap Mangusta, Roberto Pedicini, ieri sera due ore con Enrico Ruggeri, poi Arturo Zampaglione e così via. «L’idea mi è venuta durante un convegno per lo sviluppo del digitale terrestre radio a Roma», racconta Suraci. «Il rappresentante della Fiat si lamentava perché sul Dab ripetiamo i segnali tradizionali, cloniamo quello che abbiamo in analogico. Noi sul Dab abbiamo molti programmi, però vanno tutti in automatico a eccezione degli interventi in Via Radio. Così si è acceso il lumicino: do un’anima a uno di questi format che abbiamo da anni, ho pensato, e fra tutti mi ha convinto quello rock. Di lì ho cominciato a dar vita a questo progetto. Ma non voglio far concorrenza alle radio rock, a Virgin Radio. Sarà una cosa diversa. E non so nemmeno ancora se si chiamerà Rtl Rock, perché non voglio cannibalizzare Rtl».
Fin qui, perciò, il collegamento della radio rock con la nuova radio comunitaria di Suraci non c’è. Ma a meno che il vulcanico editore non abbia ancora un asso nella manica, davvero si può investire su una radio, anche solo con i conduttori, per tenerla chiusa sul Dab o sull’applicazione?
In ogni caso, Suraci vuole sfruttare appieno l’associazione che ha dovuto creare e quello che era inizialmente un piano b potrebbe essere una buona carta da giocare per rendere fedeli gli ascoltatori e coinvolgerli in diverso modo.
Anche perché essere una radio comunitaria in realtà non ha grandi svantaggi. Il principale è il tetto del 10% anziché del 20% sulla pubblicità, ma tuttavia c’è la possibilità di avere sponsorizzazioni. Per il resto c’è semplicemente una quota di autoproduzioni, cosa non difficile da rispettare.
Comunque per adesso Suraci non ha in programma investimenti sulla rete ex Padania, che sarà pure estesa ma non era il massimo in fatto di frequenze pregiate.
Italia Oggi