L’imprenditore francese prepara la campagna d’Italia a colpi di offerte concorrenziali. Piano per strappare 6 milioni di clienti agli altri operatori
In Francia lo chiamano «il mattatore delle tlc», «l’animatore del mercato» ma il senso di ogni appellativo di Xavier Niel è un po’ quello di essere il rullo compressore delle offerte telefoniche, soprattutto mobile, ma non solo. Del resto l’imprenditore, che è anche azionista del quotidiano Le Monde ed è stato socio di Telecom Italia al 15%, è arrivato al 17,3% del settore telefonico mobile transalpino a colpi di offerte che partono dai 2 euro e hanno messo in difficoltà i concorrenti. Adesso Niel si appresta a debuttare in Italia con il marchio Free e tariffe concorrenziali dal 2017. Per essere in equilibrio col suo investimento complessivo nella Penisola, punta a una quota tra il 10 e il 15% del comparto. Tradotto: pensa di raggiungere circa sei milioni di clienti. Tutti da strappare agli operatori già attivi nella Penisola da Telecom Italia a Vodafone, compreso il duo prossimo alla fusione Wind-3 da cui ha rilevato le frequenze per circa 460 milioni di euro (a cui aggiungere 500-600 milioni per le antenne, il valore dell’accordo per i servizi di roaming e infine gli investimenti necessari per creare una struttura ad hoc con uffici marketing, call center e piattaforme di pagamento).
È la prima che volta che Niel duplica il modello Free fuori dai confini nazionali e, secondo alcuni analisti, non sarà facile farsi strada in Italia dove il nome dell’operatore è poco conosciuto e i prezzi medi sono già bassi (tra i 10 e i 20 euro in media). Ma l’imprenditore outsider, ex giovane pirata informatico e creatore dei primi servizi telematici (Minitel), non sembra tipo da lasciarsi intimorire, anche perché scommette tra l’altro sulla semplicità dei suoi piani tariffari, sull’offerta illimitata di sms e mms, sul conteggio reale dei minuti passati a chiacchierare al cellulare e non approssimati al minuto successivo (per esempio 2 minuti e 30 secondi addebitati come 3 minuti, come talvolta accade). Secondo altri esperti delle telecomunicazioni, poi, è proprio l’abitudine degli italiani a destreggiarsi tra una promozione e l’altra a creare margini di manovra per Niel tra consumatori poco fedeli a un solo operatore.
Ma il rullo compressore Niel è diventato un personaggio pubblico in Francia in stile self made man, non senza qualche sorpresa, anche per altri motivi. È cresciuto fuori dalla cerchia dell’establishment (nella periferia parigina) ma ha scelto come compagna Delphine Arnault, figlia del magnate Bernard Arnault, quello del polo mondiale del lusso Lvmh. Si è fatto da sé ma dà molta importanza alla formazione fino a creare Ecole 42, una scuola aperta a tutti, gratuita, senza insegnanti ma solo con esperti e manager aziendali che tengono lezioni. Di lui si racconta come episodio simbolico del carattere il rapporto contrastato con Martin Bouygues, a capo dell’omonimo impero, che agli esordi di Iliad (a cui fa capo il marchio Free) ha dichiarato metaforicamente di «non aver comprato un castello perché zingarelli e vagabondi possano stare sui suoi prati». Ecco, per segnare l’arrivo del nuovo operatore, Niel ha portato sotto gli uffici di Bouygues un camion con la scritta «Non siamo vagabondi». Così, solo per «dire buongiorno», ha commentato in seguito.
Adesso dovrà vedersela con gli italiani e la prima grana è già arrivata con la nuova legge di bilancio che prevede il pagamento anticipato forfettario delle frequenze, comprese quelle in scadenza nel giugno 2018 rilevate da Niel. Per l’imprenditore francese significa pagare subito un ticket d’ingresso per l’Italia da circa 300 milioni (200 mln come costo delle frequenze + 100 mln d’incremento introdotto dal governo di Matteo Renzi). Comunque sia, Niel ha confermato di recente «grandi cambiamenti» per la sua campagna d’Italia.
Italia Oggi