La patata bollente è rimasta a Jack Dorsey: dovrà continuare a pensare a come dare un futuro a Twitter, il social da 140 caratteri che ha co-fondato e di cui è ceo. Dopo il naufragio dei tentativi di vendita a Salesforce, che ha detto di non essere più interessata all’acquisizione, non sembra che restino molte altre carte. In un mese Dorsey, che aveva ricevuto mandato di vendere dagli azionisti, ci ha provato con i più grossi: Microsoft, Google, Disney. A sorpresa si era fatta avanti anche Salesforce, la società che fornisce servizi cloud alle aziende, interessata ai big data, le informazioni che gli utenti postano sulla piattaforma.
Secondo Forbes l’ultima chance potrebbe arrivare dal Giappone, da Softbank che ha molta liquidità da investire. Nel paese asiatico Twitter ha un successo enorme: 35 milioni gli utenti unici nel mese, contro i 25 milioni di Facebook, quando in genere la predominanza di quest’ultimo è schiacciante. Merito anche di uno dei tre alfabeti giapponesi, con ideogrammi di derivazione cinese, nel quale un carattere corrisponde a una parola se non a un’intera frase: 140 caratteri così sono abbastanza per scrivere un bel po’ di cose.
Che Softbank si possa fare avanti, però, per il momento è solo un’ipotesi. Quel che c’è di sicuro è che Dorsey dovrà proseguire nel dare un’anima a un prodotto tecnologico che alla fine non ce l’ha. Per essere concreti, Dorsey dovrà trovare il modo per far crescere la base utenti, stagnante da troppo tempo, e parallelamente i ricavi. Nell’ultimo trimestre Twitter è arrivato a 313 milioni di utenti totali contro i 302 milioni del trimestre precedente. Niente, se si pensa che Facebook ne ha aggiunti 271 milioni ai suoi 1,7 miliardi, praticamente ha assommato un intero Twitter alla folla che già aveva.
Per giunta, altro problema con gli utenti, è che molti si iscrivono ma poi trascorrono interi mesi prima che ritornino a essere attivi. Quest’ultimo dato sembra chiarire che la piattaforma ha poco del social network, perché altrimenti sarebbe frequentata con più assiduità, ma è più un luogo dove far sapere agli altri quello che accade quando accade. Un luogo per dare notizie, che siano vissute in prima persona o riprese qua e là. Poco importa se per questo Twitter è anche il regno della ridondanza.
Su Twitter vale la notizia, in un flusso continuo, al contrario di Facebook che ha un andamento più pacato. Ed è la piattaforma di microblogging che spesso detta l’agenda delle notizie da riprendere, cosa vera soprattutto in tempi di elezioni americane con Trump candidato.
Dorsey sta cercando di cavalcare tutto questo: accordo con Buzzfeed per la diretta streaming della notte delle elezioni Usa l’8 novembre, con Wimbledon, Nba, Nfl per gli incontri di tennis, basket, football. Questo potrebbe significare dare a Twitter il patentino di media company più che di società tecnologica, ma resta da vedere se porterà i suoi frutti in termini di utenti e di soldi.
Italia Oggi