La banca ha patteggiato una sanzione pecuniaria di 600 mila euro e una confisca di 10 milioni di euro per uscire dal procedimento sulla serie di presunte operazioni finanziarie irregolari con cui sarebbero state occultate le perdite dopo l’acquisto da parte della banca senese di Antonveneta
Il gup di Milano Livio Antonello Cristofano ha ratificato la richiesta di patteggiamento a 600mila euro di sanzione penale con la confisca di 10 milioni di euro presentata nei mesi scorsi da Monte di Paschi di Siena. La banca era imputata per la violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle società per reati commessi dai propri dipendenti nell’ambito dell’inchiesta sull’istituto senese per le operazioni ‘Fresh’, ‘Santorini’ e ‘Alexandria’.
Con il patteggiamento l’istituto di credito senese, imputato in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti (legge 231 del 2001), esce dal procedimento dopo che, lo scorso luglio, aveva annunciato di aver raggiunto un accordo con i pm Giordano Baggio, Mauro Clerici e Stefano Civardi per patteggiare la sanzione pecuniaria e la confisca di 10 milioni di euro a carico della stessa banca. Accordo ratificato stamani dal giudice.
Nell’ambito del procedimento trasmesso dalla Procura di Siena a quella di Milano – con al centro le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico, attraverso le quali, per la Procura milanese sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente – il gup Cristofano, su richiesta dei pm, lo scorso 1 ottobre ha rinviato a giudizio 16 imputati tra cui Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, rispettivamente ex presidente, ex direttore ed ex responsabile dell’area finanza dell’istituto di credito toscano.
Il processo, che riguarderà anche, tra gli altri, Nomura International Plc, Deutsche Bank AG e la sua filiale londinese, prenderà il via il prossimo 15 dicembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano. Le accuse, a vario titolo, sono di falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza.
Con le presunte operazioni irregolari, stando alle indagini, sarebbero state occultate perdite miliardarie con dati di bilancio truccati per oltre 2 miliardi di euro. E per quanto riguarda la posizione di Mps, in sostanza, secondo l’accusa, Rocca Salimbeni non avrebbe adottato le procedure per evitare che gli allora vertici, Mussari, Vigni e Baldassarri, tra il 2009 e il 2012, commettessero i reati contestati, a vario titolo, in concorso con altri imputati. Da qui l’imputazione per la legge sulla responsabilità amministrativa.
Repubblica