L’Ue approva la richiesta italiana di etichettatura obbligatoria
Dopo la Francia anche l’Italia potrà utilizzare per un periodo sperimentale di due anni l’indicazione geografica obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero caseari. L’Unione europea, infatti, sta utilizzando la procedura del silenzio/assenso: il termine scade questa sera (14 ottobre) a mezzanotte: passato quello, se non succede nulla, la richiesta del governo italiano di applicare un’etichetta obbligatoria sarà accettata. Fonti europee assicurano che non dovrebbero esserci problemi per il via libera, anche se l’annuncio anticipato potrebbe sollevare contestazioni dell’ultima ora da parte dei paesi che non vedono di buon occhio la decisione. La notizia è stata data da Coldiretti all’apertura del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio parla di «evento di portata storica» e ha presentato in anteprima le confezioni di latte, burro e mozzarella con le nuove etichette per aiutare i consumatori a scegliere.
Il provvedimento riguarda – sottolinea la Coldiretti – l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari che dovrà essere indicata in etichetta. Tre possibilità. La prima: «Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte». La seconda:«Paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato». La terza: «Paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato».
Secondo il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo, «con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta». E aggiunge: «Si tratta anche di un importante segnale di cambiamento a livello comunitario sotto la spinta dell’alleanza con la Francia che ha adottato un analogo provvedimento».
La Stampa