Cooperative learning, Byod (Bring your own device), apprendimento peer-to-peer sono alcune delle nuove metodologie scolastiche che tutti, e soprattutto i genitori, devono imparare a conoscere e a maneggiare. E chi era abituato al ricordo della vecchia aula e della maestra alla cattedra, dovrà abituarsi all’innovativa Flipped classroom, la classe capovolta, che ribalta l’approccio didattico tradizionale grazie alle innovative soluzioni digitali. È proprio la scuola digitale il tema approfondito del mensile Class il magazine-device per vivere bene l’era digitale, con un’ampia sezione dedicata ai nuovi modi di apprendimento, dalle elementari all’università, in Italia e nel mondo. Un tema di straordinaria attualità in queste settimane di riapertura delle scuole.
Class ha dato voce ai protagonisti di un cambiamento che non è solo formale perché non si tratta solo di sostituire le vecchie lavagne con i moderni tablet ma di instaurare una modalità di apprendimento continuo, sempre connesso, come sottolinea Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook, scelto come personaggio simbolo di questa trasformazione. Spiega Zuck: «Internet può fare moltissimo sul tema dell’educazione personalizzata e noi a Facebook stiamo elaborando un software con finalità educative perché gli studenti non imparano solo quando sono in classe, né non apprendono tutti alla stessa velocità e allo stesso modo. La rete può aiutarli a personalizzare i modi e le finalità dello studio e aprire la mente in chiave di progettazione del proprio futuro».
Ma come tradurre in pratica quotidiana queste possibilità quando, ed è la maggioranza dei casi, alunni e studenti hanno un QD, Quoziente di Digitalizzazione, superiore a quello del corpo insegnante? «Evitare le censure tourt court. Consapevolezza che i ragazzi saranno sempre più bravi nell’uso del web. Partecipare al mondo digitalizzato dei minori»: sono alcuni dei suggerimenti che gli insegnanti intervistati da Class danno a se stessi e ai genitori per fare in modo che la potenzialità del digitale non si disperda, se va bene, nell’ultima versione di Pokemon Go o, peggio, nell’ennesimo caso di web-bullismo. Dai banchi delle elementari ai master online, tutto l’impianto educativo è sottoposto a una rivoluzione che va assecondata e al tempo stesso controllata perché, come sottolinea Danilo Iervolino, presidente di Pegaso, la prima università telematica italiana, «ignorare il digitale vuol dire abdicare il futuro, rinunciare a coinvolgere i giovani i giovani un mondo che, piaccia o no, guarda alle professioni 3.0».
Italia Oggi