di CESARE LANZA
Scommettiamo che gli idoli della musica cari alla mia generazione (anni Sessanta, Settanta, o prima) saranno popolari e amati anche nei prossimi 50 anni? Purtroppo non potremo verificare, non tutti almeno, l’esito della scommessa. Mi conforta però che le mie ultime fìglie, i loro amici, i miei nipoti apprezzino molto i Beatles, gli Abba, in particolare Lucio Battisti e anche – un po’ meno, ahimè, ma comunque li trovano interessanti – Mina e Celentano, perfino il sofisticato André. Meno, quasi zero, i Rolling Stones. Zero anche Elvis Presley, che per me, invece, è una prova dell’esistenza di Dio: considero un miracolo che, a vederlo ti sembra un cicciotto un po’ sciocco, tutto brillantina e chiome al vento, ma poi apre bocca e gli esce fuori una voce angelica, capace di alternare soavi melodie a rock irresistibile. Potremmo anche capovolgere la sfida generazionale, per poter verificarne l’esito: vogliamo scommettere, cari ragazzi, che tra un paio d’anni, massimo cinque, neanche voi ricorderete i vostri idoli di oggi? Per lo più, fanciullastri sbucati da X Factor e dalle magie televisive di Maria De Filippi, e destinati a un rapido oblio. Ammetto, qualche nome consolidato c’è: Arisa, Emma Marrone, Alessandra Amoroso. Piacciono anche a me. Ma che ne è stato del rapper Moreno, che fino a ieri vi faceva impazzire? Che ne sarà di Fedez e di tale Lorenzo Fragola? Dunque ai nostri amati giovani propongo: se perdo io, mi becco Fragola (senza panna) a pranzo e cena. Promesso. Ma se vinco, vi impegnate ad ascoltare due capolavori: What a wonderful world di Louis Armstrong e My way di Frank Sinatra. E poi ci scambiamo i commenti.
di Cesare Lanza, La Verità