Non è solo Deutsche Bank (che per Anthilia non è Lehman) a far tremare il settore bancario Ue. Il Banco Santander ha limato i target di redditività, chiamando in causa il “significativo peggioramento” della congiuntura rispetto allo scorso anno. Sale lo spread Btp/Bund. Ftse Mib sotto 16.000 punti
Non è solo Deustche Bank a far tremare il settore bancario europeo. Ieri il Banco Santander ha limato i target di redditività per il 2018 ad appena sopra l’11%, chiamando in causa il “significativo peggioramento” della congiuntura rispetto allo scorso anno. Un anno fa la maggiore banca della zona euro per valore di mercato aveva indicato l’obiettivo di ritorno sul patrimonio tangibile (Rote) intorno al 13% entro il 2018.
L’istituto spagnolo ha anche rivisto il cost/income ratio in una forchetta tra il 45% e il 47% entro il 2018 contro l’obiettivo, indicato sempre l’anno scorso, di restare sotto il 45%. Così il titolo perde alla borsa di Madrid il 3,98% a 3,79 euro in un contesto di estrema debolezza per l’intero settore europeo (-3,6%), condizionato dal tonfo di Deutsche Bank (-6,93% a 10,12 euro alla borsa di Francoforte) con numerosi hedge fund americani che hanno deciso di chiudere i loro conti presso l’istituto tedesco.
Il rally di ieri, innescato dall’accordo, a sorpresa, raggiunto tra i Paesi Opec per un taglio alla produzione di petrolio è durato veramente poco. Lo spread Btp/Bund sale sopra quota 140 punti base a quota 141,725. Wall Street ha chiuso in territorio negativo e il Nikkei ha perso l’1,5%. “L’avversione al rischio sta crescendo, alimentata anche dalle notizie negative su Deutsche Bank e ciò dovrebbe essere di supporto per i Bund e per i titoli core” con conseguente allargamento dei differenziali con la periferia, sottolineano gli strategist di Unicredit.
Ma Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, trova il paragone tra Deutsche Bank e Lehman Brothers totalmente sproporzionato e fuori luogo. “Lehman è stata quella istituzione che, tra gli appartenenti a un settore totalmente in bancarotta, è stata fatta fallire, per dare un cadavere in pasto alla politica. Il solo fallimento di Aig, il colosso assicurativo salvato con un finanziamento di 85 miliardi di dollari, avrebbe mandato a gambe all’aria l’intero sistema bancario, mentre varie istituzioni, come Countrywide, Merrill, Bear Stearns, si sono salvate tramite aggregazioni sponsorizzate dalle autorità”, ha osservato l’esperto.
Non si può dire lo stesso del settore bancario europeo, i cui problemi derivano, almeno in parte, dalle richieste dei regulator che, proprio a causa della crisi, richiedono buffer di capitale sempre più elevati e un controllo dei rischi sempre più stringente, a detrimento di una profittabilità messa alla prova anche dal contesto di tassi eccezionalmente bassi. Un problema complessivo di redditività quindi, e non di solvibilità”.
Poi, ha aggiunto l’esperto, “alcuni istituti si trovano, per problemi specifici in cattive acque. Deutsche Bank , in particolare, ha le dimensioni per essere considerata sistemica. Detto questo, ipotizzando che i problemi non siano risolvibili con capitali privati, cosa per nulla certa, ormai esiste una legge di risoluzione/bail out pubblico che, pur spalmando parte delle perdite su alcune categorie, ne regola il risanamento o la liquidazione. Tutto ciò non per dire che eventuali problemi bancari a Deutsche Bank o altrove sarebbero una passeggiata per i mercati, ma solo che il paragone con la grande crisi finanziaria è al momento totalmente improprio”.
L’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha rotto al ribasso il supporto a 16.000 punti, toccando un minimo intraday a 15.922 punti. Ora ha recuperato quota 16.007 (-2,03%). Era dal 3 agosto che non scendeva sotto quota 16.000. Per gli analisti tecnici di milanofinanza.it il prossimo target al ribasso è quota 15.750 punti. In media al momento le banche italiane perdono il 4%. Tra le blue chip resiste solo STM (+0,93%). Vendite meno consistenti per Tenaris (-0,48%) e Atlantia (-0,54%).
MilanoFinanza