Il critico d’arte redarguito per aver utilizzato la toilette della prima classe pur avendo un biglietto economy. Ma quello che è accaduto a lui apre il dibattito: di fronte a un bisogno «urgente», può la differenza di prezzo pagato rappresentare un veto?
L’ argomento si presta allo sghignazzo e può avere effetti grotteschi, ma poiché riguarda milioni di persone è una cosa seria: in caso di bisogni corporali urgenti, e quindi tali da non poter essere trattenuti, il passeggero di un aereo può utilizzare il bagno di prima classe anche se ha un biglietto di seconda classe? Se il bisogno è «urgente», non vale per ciò stesso quello «stato di necessità» che le leggi prevedono come attenuante e spesso anche come scriminante persino nel caso in cui l’azione «necessitata» è classificata come un reato?
Sgarbi e Swiss Air
E al di là delle classi tariffarie, come la mettiamo se quel passeggero è una persona anziana, un bambino, un ammalato, o semplicemente viene colto da malore proprio perché, causa lunga fila, o distanza del bagno dal proprio posto, non riesce a trattenere l’urgenza? Sul volo Swiss Air Roma-Ginevra di qualche giorno fa, questo «caso di scuola» è diventato un caso concreto. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi, seduto in quarta fila, classe economica, ha inavvertitamente utilizzato il bagno più vicino a lui, che però era riservato ai viaggiatori di prima classe. Mentre era intento alla bisogna – come racconta lui stesso in un video diventato virale, in cui giura che mai più prenderà voli Swiss Air – due steward lo hanno energicamente invitato a uscire dal bagno e poi, una volta fuori, lo hanno redarguito per essere uscito solo dopo aver terminato l’operazione popò (cos’altro dovesse e potesse fare non è chiaro), financo minacciando di chiamare la polizia.
Questione di bisogni
Le classi tariffarie, e va bene. Ma a parte il fatto che sui voli di linea di breve e medio raggio di quasi tutte le compagnie aeree la divisione in classi è fittizia, spesso nemmeno «segnalata» convenzionalmente da una tendina divisoria tra le prime tre o quattro file e tutte le altre, è questa evidente disparità che disturba. Questa differenza di classe di fronte al bisogno, anzi ai bisogni, che sono, come ‘A livella di Totò, inevitabili e uguali per tutti, non trova giustificazione nemmeno nella differenza di prezzo del biglietto, che non può riguardare un servizio essenziale a bordo. È un diritto di ogni passeggero e fa parte del suo habeas corpus , che non è una funzione corporale.
Ecco il video
di Carlo Vulpio, Corriere