Uno dei grandi vantaggi attribuiti al digitale, specialmente dalle aziende che a vario titolo investono in comunicazione, è la possibilità di un controllo minuzioso, preciso e incontestabile su risultati ed effetti di ogni iniziativa. Come ben sanno gli addetti ai lavori, a cui si rivolgono proprio i dati Audiweb sui principali media che operano online in Italia, la condivisione di dati e metriche pressoché in tempo reale si sta imponendo come uso corrente. In questo contesto, dominato per di più da una piattaforma, quella di Google, che mette gratuitamente a disposizione un sistema di analytics in continua evoluzione, ha ancora senso un sistema basato su di una ponderazione del dato censuario tramite panel, e quindi rappresentativo e solo su base statistica e di campionamento? Nel caso di un numero sempre maggiore di editori e media, la risposta è no. Nel caso di Class Editori, per esempio, a giugno 2016 (ma succede regolarmente) i dati Analytics relativi agli utenti unici di MF-Milano Finanza segnano una crescita del 49% su giugno 2015, e quelli di ItaliaOggi una crescita del 23%. Audiweb attribuisce invece una flessione complessiva del 15% (la variazione che si trova in queste pagine si riferisce invece al dato tendenziale su base mensile). Questi dati escludono, tanto per il 2015 quanto per il 2016, il contributo di domini aggregati e sono, quindi, sostanzialmente relativi ai soli siti di Milano Finanza e ItaliaOggi. Di fronte a una rappresentazione così fuorviante della realtà, persino l’abissale differenza a livello di metriche (dimezzate rispetto ai dati oggettivi) passa in secondo piano, ma come nel caso di Auditel sorge una domanda: chi controlla il controllore?
Italia Oggi