Compra la canadese Nti. Paolo Merloni: «Abbiamo realizzato acquisizioni in tre anni». La vocazione all’internazionalizzazione: solo l’11% dei suoi ricavi dipende dall’Italia
In un autunno che si presenta quanto mai incerto le nostre multinazionali tascabili per fortuna continuano a pensare e a muoversi in un’ottica di sviluppo. È il caso di Ariston Thermo Group che nei giorni scorsi ha chiuso un’altra acquisizione, la sesta negli ultimi tre anni. Si tratta questa volta della canadese Nti, la New York Thermal Inc., che vanta due impianti ai confini tra Halifax e il Maine, circa 30 milioni di fatturato, 120 dipendenti e soprattutto è tra i maggiori player nordamericani nel segmento delle caldaie murali a gas a condensazione. In Canada e negli USA prevale storicamente il riscaldamento ad aria ma si sta facendo largo quello ad acqua e infatti la Nti è stata individuata da Ariston perché cresce al ritmo del 20% da cinque anni a conferma di una buona conduzione e di un mercato in costante incremento.
Con questo shopping il gruppo marchigiano guidato dal presidente esecutivo Paolo Merloni, figlio di Francesco, mette un piede nel Nord America e completa, per così dire, la sua presenza nel mercato globale. I Merloni hanno acquistato il 79% del capitale valorizzando Nti una volta il fatturato e lasceranno però piena autonomia gestionale al fondatore di Nti, Kevin Dennison, che resterà amministratore delegato. Allo stesso però Nti diventerà l’avamposto di Ariston Thermo Group per rafforzarsi negli Stati Uniti proponendo al mercato l’intera gamma della sua offerta. «In questi anni — racconta Paolo Merloni — ci siamo spostati dal low tech al medium tech ma siamo presenti anche nei sistemi di connettività in remoto, che rappresentano l’80% del business della domotica grazie al peso sui consumi del controllo della climatizzazione e dell’acqua calda. E il nostro obiettivo è diventare sempre più protagonisti nel campo delle soluzioni ad alta efficienza e dei sistemi basati sulle rinnovabili». Merloni ci tiene anche a ricordare come il 40% degli investimenti di gruppo nel 2015 si sia riversato nella ricerca e sviluppo e nelle immobilizzazione tecniche.
Come dicevamo Ariston Thermo Group procede con buona lena sulla strada dell’internazionalizzazione e infatti solo l’11% dei suoi ricavi dipende dall’Italia. Nel 2015 ha raggiunto un fatturato di 1,43 miliardi di euro (+6,8%) e utili per 80 milioni (+9,6%), conta 6.700 dipendenti distribuiti in 54 Paesi e 20 siti produttivi in 12 Paesi.
I dati del 2016 sono difficili da stimare a inizio settembre perché i mesi che portano al termine dell’anno sono decisivi nel business del riscaldamento, Merloni comunque monitora con attenzione un mercato fattosi inevitabilmente più difficile per la contrazione dei ritmi del commercio internazionale.
Corriere