Il direttore Palermi aggiorna grafica, sezioni e articoli
L’editoria italiana (e non solo) vive momenti difficili ma «un femminile affronta una sfida perfino più complessa di quella di tutta la stampa», ha scritto nel suo editoriale Valeria Palermi, direttore di D, il settimanale femminile di Repubblica. Quindi il magazine si rinnova cambiando grafica e contenuti tenendo in considerazione l’evoluzione del lettorato «in una società che crede di aver sempre meno bisogno di carta e riflessione salvo scoprirsi sempre più impreparata a capire cos’ha intorno».
Così da domani in edicola uscirà un D con una grafica rinfrescata, «perché non esistono formule buone per tutte le stagioni», e con una nuova sezione Dossier, con editorialisti dai cosiddetti nuovi paesi come Cina e India e riaffrontando temi come etica, moda e scienza visto che, peraltro, ci sono due scienziate tra i possibili candidati ai prossimi Nobel: Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna. In aggiunta, proprio perché il lettore moderno ha poco tempo libero a disposizione, D si riorganizza in macro aree e così «andiamo veloci» ma essendo «sempre chiaro dove siamo», sempre secondo il direttore con un passato a Cosmopolitan, Vera, Anna, Glamour, Marie Claire e L’Espresso (per 13 anni).
Facendo qualche esempio, e rispettando il suo Dna, il femminile parlerà di viaggi possibili, «perché in un mondo a elevata complessità bisogna prevedere frequenti vie di fuga», consumi culturali ma anche voluttuari «perché ce li meritiamo e non dobbiamo giustificarci con nessuno».
Tradotto in cifre, il nuovo corso della testata parte col primo numero che si articola in 352 pagine (a cui se ne aggiungono sei di cover con una copertina a battente). Le inserzioni pubblicitarie coprono 38 doppie pagine e 92 singole, gli articoli le restanti 190 pagine. A sostegno del lancio c’è una campagna firmata Young&Roubicam, sotto la guida dell’art director Pamela Berry. La pianificazione comprende Repubblica, Radio Capital-Deejay e Repubblica.it.
Comunque già quando D ha compito i suoi primi 20 anni, Palermi ha ricordato che «solo un giornale con una forte identità può evolvere. Non voglio un giornale ogm, snaturato, ma un giornale deve saper cambiare. Altrimenti è un fossile e i fossili stanno nei musei» (vedere ItaliaOggi del 19/5/2016). E anche in merito alla questione dei generi e della necessità che ci siano ancora periodici femminili ha spiegato che «nel nostro Dna c’è l’attualità e l’attualità è interessante sia per le donne sia per gli uomini. È vero, parliamo di moda e bellezza e in copertina al 90% dei casi scegliamo una donna, ma non escluderei mai di metterci un uomo». Però ha ancora senso parlare di giornali femminili «perché ci sono testate che si rivolgono perlopiù alle donne». Più in generale, poi, «la questione del gender è interessante ma, forse, un po’ costruita dai media».
Italia Oggi