Da Le Monde a l’Equipe e Cosmopolitan, tutti a caccia dei lettori giovani e giovanissimi. In Francia c’è la fila per entrare nell’edicola dell’app americana
Qui non vale la celebre battuta di Nanni Moretti: «Mi si nota di più se ci sono o se non ci sono». Su Discover, la piattaforma informativa – una sorta di edicola multimediale, poco testo e tante immagini e tanti videoclip – di Snapchat che ha 150 milioni di visitatori al giorno in tutto il mondo e sette milioni solo in Francia, i giornali francesi vogliono esserci (quasi) tutti e a tutti i costi.
Per una ragione molto semplice: essere presenti sulla homepage di Discover vuol dire coltivare la ragionevole speranza di poter conquistare almeno una percentuale di quei lettori giovani e giovanissimi che sanno tutto del fantasmino, il simbolo dell’applicazione Snapchat, ma non sanno nulla, per dire, del quotidiano Le Monde, del settimanale Paris Match e perfino del giornale sportivo L’Equipe che pure, nelle due settimane di Olimpiadi, ha fatto il boom di contatti e di lettori sul suo sito web.
Essere sulla piattaforma Discover di Snapchat, che genera ogni mese un traffico di cento milioni di lettori solo negli Stati Uniti (lettori velocissimi ed erratici, s’intende, non più di 4-6 minuti al giorno) significa essere «au veritable carrefour d’audience», stare al centro di un incrocio multimediale dove si può intercettare l’audience che serve per far quadrare i conti di giornali e settimanali con gli investimenti pubblicitari.
Sono le parole di un esperto, di Frédéric Bonnard, il direttore dell’offerta digitale di France Télévisions, la Rai francese, che vorrebbe poter esserci anche lui su Discover con le informazioni del canale FranceInfo: che ha debuttato ieri, 1° settembre, sul canale 27 del digitale terrestre e su decine e decine di pagine pubblicitarie su tutti i grandi quotidiani, ma che, come ha raccontato ItaliaOggi, preferisce soprassedere almeno per ora.
Del resto, la lista d’attesa per avere un posto nell’edicola multimediale di Snapchat già attiva negli Stati Uniti con un bouquet di prestigio che conta testate come il Wall Street Journal, i video della Cnn, i prodotti del National Geographic, Mtv e Buzzfeed, è ben lunga.
E, alla vigilia dello sbarco in Europa, atteso per la fine di settembre, gli americani hanno tutto l’interesse a farsi coccolare (finanziariamente, ma anche con l’offerta di cambi-merce di gran valore: uffici lussuosi nel centro di Parigi, strutture editoriali, studi televisivi dedicati, ecc.) e a non scoprire le carte.
Chi è stato ammesso e chi no nella ambitissima edicola multimediale del fantasmino? Nel piccolo mondo dell’editoria francese, i rumors si rincorrono.
Sì, Le Monde, il glorioso giornale della sinistra «intello», c’è, ha già firmato il contratto. E anche l’Equipe, reduce dai successi olimpici, ci sarà. Il Figaro, invece, no. Per scelta propria: il quotidiano del gruppo Dassault ha già il suo sito, frequentatissimo e ben aggiornato, ed essere su Discover-Snaptchat significherebbe fare investimenti aggiuntivi, creare una (seppur piccola) redazione dedicata, con redattori e producer capaci di generare contenuti (brevi testi e tanti videoclip) adatti alla consultazione degli utenti dell’applicazione.
Nessun problema, ça va sans dire, per l’edizione francese di Cosmopolitan, filiale della casa madre americana, mentre per Paris Match, le cui vendite non brillano, le trattative sarebbero ancora in corso. Il gruppo Condè Nast ci starebbe pensando: conviene o non conviene mettere sull’app di Snapchat la testata giovanile del gruppo Glamour? E lo stesso sta facendo il quotidiano popolare Le Parisien, attirato dal numero dei contatti (potenziali) ma spaventato dai costi dell’operazione (fee agli americani e costi interni di struttura).
Convintissimi, invece, i gruppi editoriali che sfornano mensili specializzati come Marmiton, leader nel segmento cucina e gastronomia, oppure siti web dedicati al turismo e allo stile di vita come il cliccatissimo MylittleParis che avrebbe già creato uno studio di web-tv per essere pronto a entrare nel grande circo mediatico di Snapchat.
«Les announcers sont très friands de Snapchat», gli investitori pubblicitari hanno già l’acquolina in bocca, annuncia felice Alexander Malsch, presidente di Melty, un incubatore editoriale che già produce contenuti per Snapchat. La partita è quella, come sempre. Più lettori, contati da un computer, anche se leggono poco o niente, più pubblicità.
Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi