Già in estate alcuni operatori hanno fatto scattare aumenti automatici. L’ira dei consumatori: da settembre nuovi rincari di tutte le compagnie
Doveva essere finalmente un’estate più leggera per il telefono degli italiani. Invece, nei mesi scorsi, molte famiglie si sono ritrovate di fronte ad aumenti, rimodulazioni tariffarie, costi aggiuntivi, rincari a sorpresa e nuove fatturazioni. Altri rialzi sono appena scattati e in arrivo ce ne sono ancora molti.
Per capire cosa è successo, occorre fare un passo indietro: in aprile la Ue ha abbattuto i costi del roaming, vale a dire quell’extra-costo che si paga per l’utilizzo (telefonate, sms, Internet) del telefono all’estero. Nel giugno del 2017 questo extra-costo sarà completamente azzerato. Nonostante la decisione della Ue di abbassare questa spesa, alcune compagnie (Tim/Telecom, Wind, H3G) non si sono adeguate e l’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, il 12 agosto è intervenuta avviando un procedimento sanzionatorio verso queste tre compagnie. Nel frattempo, sono spuntate tutta una serie di nuove spese che prima non c’erano e che hanno indispettito molti italiani in ferie all’estero. Alcuni operatori hanno, infatti, attivato ai loro clienti, automaticamente e senza previo consenso, dei piani tariffari flat per i servizi in roaming. La sorpresa è scattata in vacanza, una volta varcato il confine, dove è più difficile cercare di capire bene quel che sta succedendo al proprio conto telefonico. Anche più difficile è disattivare le novità introdotte dalle compagnie.
Tim/Telecom, per esempio ha introdotto (e cancellato poi a luglio, su diffida dell’Agcom) la sua nuova tariffa base per l’estero (Roaming Europa Daily Basic) che faceva pagare 3 euro in automatico al primo utilizzo del telefono durante la giornata (quindi alla prima telefonata o sms ricevuti o inviati). Wind ha adottato una strategia simile con una tariffa che offre un pacchetto base per navigare e telefonare fuori dall’Italia. Costa 2 euro al giorno e scatta al primo evento in automatico. La società spiega che i 2 euro sono assolutamente competitivi e che un sms specifico ricorda all’utente che può scegliere la tariffa a consumo senza pagare i due euro.
La tendenza è di cercare nuovi introiti. «Con la cancellazione del roaming, le compagnie che si sono viste tagliare una fetta importante dei propri guadagni – dice l’avvocato Franco Conte, responsabile settore energia e utenze di Confconsumatori -. Hanno pensato bene di compensare le perdite con nuove tariffe flat senza che ci fosse una richiesta specifica da parte degli utenti».
Non è il solo passo delle compagnie verso telefoni più cari. Alcuni piani, anche nella telefonia fissa, sono stati rimodulati verso l’alto. Dal 1° agosto, per esempio, alcuni abbonamenti Tim/Telecom sono stati rincarati («Internet senza limiti» nella formula di 36,60 euro, costerà 39,90 euro, quello con tariffa di 24,90 euro passerà a 25,90 euro). Alcune tariffe a pagamento per famiglie di Wind (Noi Tutti nelle sue varie declinazioni) sono aumentate o stanno per aumentare di 1 euro.
Altre novità sono in arrivo: da ieri, H3G ha introdotto il 4G a pagamento. La rete superveloce di ultima generazione per navigare in Internet costerà 1 euro ogni 30 giorni. Vodafone, dal 18 settembre farà pagare i servizi 414 per richiedere l’ammontare del credito residuo (si pagherà in base al proprio piano tariffario, il costo varia a seconda del contratto). Il 404, che in automatico mandava il dato sul credito residuo dell’utente, invece non esisterà più. Su questo punto, la compagnia telefonica ci tiene a spiegare che «la scelta coincide con un sempre maggiore investimento nei canali di interazione digitale con i clienti, come la app My Vodafone, che consente di verificare in modo gratuito il proprio credito telefonico, inclusi i contatori di minuti, sms e giga».
Di contro le associazioni di consumatori sono in allarme: negli ultimi anni, i rincari introdotti da un operatore sono subito stati applicati a ruota anche dalle altre società telefoniche. «Molto probabilmente, ai rincari appena partiti seguiranno altri aumenti ancora da parte di altre società – dice Conte -. E’ già successo nel passato, per esempio con i servizi di richiamata. Erano gratuiti e dopo che uno degli operatori sul mercato ha fatto il primo passo e li ha aumentati, altri si sono subito mossi allo stesso modo».
La Stampa