Ancora da rinnovare i contratti sulle canzoni con 3 delle maggiori case discografiche. Il nodo della quota da riconoscere sulle vendite. Il gruppo punta alla Borsa nel 2017
Spotify potrebbe perdere la «voce». Una brutta notizia per la società svedese che dovrebbe quotarsi nel 2017 ma ottima per Apple, che sta puntando molto sulla riconquista dello spazio perso, e anche per Amazon che vuole trasformare il suo hardware Echo in una sorta di «kindle della musica».
Da rinnovare i contratti con tre major
Spotify non ha la certezza di potere garantire il rinnovo dei contratti sui diritti delle canzoni con 3 delle 4 maggiori case discografiche. Una contrattazione durissima è in corso, tanto che tra le due parti si procede con dei rinnovi mensili secondo il Wsj: Spotify che lascia più di metà dei propri ricavi alle case discografiche e agli artisti vorrebbe pagare di meno, per migliorare i conti in vista dell’Ipo. Ma Apple, che ha il vantaggio di non avere un’offerta gratuita, paga il 58%. Apple ha 16 milioni di clienti a pagamento. Spotify 30 sui 100 complessivi (l’Italia è uno dei Paesi con la minore quota di utenti a pagamento).
La battaglia con Apple
È guerra aperta. La partita è complessa ma è interessante seguirla in quanto la musica, com’è noto, è stata la prima industry investita dalla digitalizzazione del suo core business e dunque molti altri settori, come l’editoria, guardano ad essa che capire quali potrebbero essere le evoluzioni future. In estrema sintesi il percorso è questo: dopo l’era della pirateria diffusa di cui Napster è stato il vessillo, la Apple con l’iPod (ricordiamolo, il singolo prodotto tech più venduto della storia) ha dato una speranza alla musica in download, pretendendo in cambio la vendita delle singole canzoni, un terremoto per un’industria abituata ad impachettare un prodotto unico nei long playing (lp). Spotify (che era nato come servizio pirata) ha contro-rivoluzionato il settore puntando sullo streaming a 320 kbit al secondo, diventato il nuovo standard.
Dunque, la Apple insegue, ma è agguerrita e sta puntando molto sulle esclusive come quella del nuovo disco di Frank Ocean. Tutto per fare felici gli artisti: la ribellione (temporanea) di Adele da Spotify docet. La stessa Apple lancerà un nuovo servizio Music, con le lyrics, in ottobre. Potrebbe non essere profittabile, ma in un ecosistema complesso come quello Apple è più facile gestire le risorse per mantenere stretto il cliente iPhone.
Nella partita anche Amazon
A complicare le cose per Spotify c’è Amazon che lancerà un abbonamento a 5 dollari mensili (la metà rispetto ai propri concorrenti) per chi userà le sue casse Echo. E il fatto che nell’ultimo contratto di finanziamento da un miliardo c’è una forte penalizzazione in caso di rinvio dell’Ipo.
Sarà un caso ma l’ex Youtube Shiva Rajaraman, Vp product di Spotify, starebbe lasciando la barca.
Corriere della Sera