Premessa
La “Costituzione piu’ bella del mondo”?
Certo, per chi non abbia contezza alcuna delle altre!
La Carta costituzionale italiana e’ semplicemente da buttare (non da oggi) e non solo per il fatto di essere, come indubitabilmente e’, vecchia e sorpassata.
E’ una Carta che sconta il fatto di essere stata concepita e scritta (con tutti i vizi conseguenti) dopo il e in contrapposizione al fascismo, nella quale l’idea liberale e’ sostanzialmente assente.
Una Carta nata dal compromesso ideologico tra cattolicesimo e marxismo, quanto di peggio possibile.
Va riformata?
No, sostituita!
Come?
Attraverso i lavori di una nuova Assemblea Costituente eletta col sistema proporzionale acche’ ogni istanza politica, sociale, ideale e ideologica, per quanto minore, abbia modo di partecipare, di avere voce.
In linea di principio
Guardando all’oggi e a noi – e che a nessuno venga in mente di obiettare che alla stessa stregua si comporto’ a suo tempo la destra perche’ un grave sbaglio, un obbrobrio di una parte non giustifica certamente lo sbaglio, l’obbrobrio dell’altra! – inaccettabile (e basta) in assoluto che la Costituzione venga modificata da una maggioranza parlamentare, fosse pure assoluta.
Nel caso, poi e ignobilmente, da una minoranza.
Per di piu’ a colpi di mozioni di fiducia e con il contributo determinante di molti poveracci (feccia) in cerca di una sopravvivenza politica purchessia.
Senza infine dimenticare che l’attuale parlamento e’ stato eletto sulla base di una legge dichiarata incostituzionale.
Un parlamento che avrebbe dovuto solo e rapidamente approvare una appunto diversa normativa elettorale e portare subito il Paese alle urne.
Il bicameralismo perfetto
Quanto al bicameralismo perfetto – origine e causa di ogni male, per carita’ – non e’ forse sostanzialmente in uso negli Stati Uniti d’America in riferimento al processo legislativo?
Forse che gli USA non sono da questo punto di vista abbastanza democratici o evoluti?
E poi, guardando necessariamente alla nostra realta’, con gli scadentissimi legislatori e i pessimi uffici giuridici che abbiamo, non e’ meglio (infinitamente meglio) che una legge venga discussa piu’ volte – in questo modo dando il tempo di intervenire con suggerimenti e correzioni ai competenti – per sanarne i sempre presenti errori di forma e sostanza nonche’ l’abituale nessuna considerazione delle conseguenze?
Quanto al fatto che il vituperato e vituperabile (ancora, ma certo, per carita’!) bicameralismo perfetto rallenti il processo legislativo – ricordato che, come appena scritto, la gatta presciolosa fa i gattini ciechi – e’ stradimostrato che cosi’ statisticamente non e’, visto che mediamente una legge arriva in porto in meno di sessanta giorni.
Ovvio e giusto, che, nei casi di contrapposizioni ideali o ideologiche di peso, l’iter sia piu’ lungo.
A proposito del cambiamento
Dicono, affermano i sostenitori della riforma e del si che occorre, e’ necessario ‘cambiare’.
Dovrebbe questo essere un argomento determinante.
Cambiare come? gli si deve opporre.
In peggio?
Se cosi’ e’ (ed e’), per carita’!
Tutto cio’ detto e non entrando – facendolo si concederebbe dignita’ e sostanza a un atto e a una procedura come dimostrato inaccettabili e ignobili – nelle infinite altre possibili e giustissime critiche alla proposta, farraginosa, contraddittoria riforma altresi’ vergata in un pessimo italiano, occorre invitare gli italiani a dire chiaramente NO.
P.S. Un’ultima considerazione: nel caso non importa, non conta quale sia la parte, la maggioranza (minoranza), il governo che ha deliberato.
Conta il fatto che la modifica costituzionale proposta sia (ed e’) inaccettabile!
Mauro della Porta Raffo