Il Dieselgate fa sentire il suo peso sui conti di VolsksWagen, che risultano comunque migliori del previsto. Nel primo semestre il gruppo automobilistico tedesco ha registrato un calo del 22% dell’utile operativo a 5,3 miliardi di euro, dopo 2,2 miliardi di nuovi accantonamenti legati allo scandalo dei motori truccati. Al netto di tale voci, il risultato è pari a 7,5 miliardi, superiore alle attese del mercato. Alla borsa di francoforte, poco prima delle 12 il titolo sale del 5,97% a 122,725 euro. Non a caso, il comparto automobilistico è positivo in Borsa anche dopo giornate difficili.
L’utile operativo del semestre, al netto degli accantonamenti, risulta inoltre superiore ai 6,99 miliardi segnato nella prima metà dello scorso anno. Come precisa la casa automobilistica i 2,2 miliardi di accantonamenti sono “in gran parte legati ai nuovi rischi giuridici sopravvenuti principalmente in America del Nord”, in relazione allo scandalo delle emissioni. Il semestre ha comunque avuto un’evoluzione favorevole grazie al “miglioramento dei risultati del marchio Volkswagen nel secondo trimestre, in particolare in confronto con un primo trimestre debole”, grazie alla ripresa del mercato europeo e agli effetti del programma di ristrutturazione avviato dal gruppo. La casa tedesca ha anche confermato gli obiettivi per l’esercizio, cioè un margine operativo compreso tra il 5% e il 6% e un calo del 5% del fatturato.
Nello scorso settembre, il gruppo tedesco ha riconosciuto di avere truccato i dispositivi di 11 milioni di auto nel mondo per fare risultare i motori meno inquinanti di quanto non lo fossero in realtà, superando così i controlli. Lo scandalo ha dato il via a una serie di procedure contro il gruppo da parte di autorità e consumatori, in particolare negli Usa. E’ di fine giugno l’annuncio del patteggiamento che prevede che Vw paghi 14,7 miliardi di dollari per risolvere la class action scattata negli Usa per lo scandalo e per chiudere i contenziosi con l’Agenzia per la protezione ambientale (Epa) e il dipartimento di giustizia d’oltreoceano. Ieri, tuttavia, i procuratori generali di New York, Massachusetts e Maryland hanno annunciato cause legali nuove, che riguardano anche le controllate Audi e Porsche e le loro sussidiarie americane sia per avere venduto auto con motori truccati sia per avere presumibilmente cercato di nascondere tale comportamento.
Repubblica