Attesi a Borsa chiusa i primi dati sulle quote finali di opa e opas. Lunedì i risultati ufficiali. Bonomi oltre soglia minima del 30%. Cairo raddoppia al 22%
Oggi è il giorno della resa dei conti nella battaglia tra Andrea Bonomi e Urbano Cairo per il controllo di Rcs-Corriere della Sera: stasera, a chiusura della seduta di Borsa, si sapranno infatti le quote del capitale Rizzoli raggiunte rispettivamente dall’opa e dall’opas. Dati provvisori ma indicativi, in attesa di quelli definitivi che saranno comunicati lunedì prossimo.
Intanto, però, la cordata capitanata dall’imprenditore e finanziere milanese (che comprende Mediobanca, Diego Della Valle, Unipolsai e Pirelli) ha raggiunto il 30,37% grazie al 5,6% conferito ieri e ha superato così la soglia minima perché la sua offerta pubblica di acquisto sia efficace (30%). L’editore di La7 e diversi periodici, invece, ha quasi raddoppiato la sua partecipazione balzando dall’11,29% di mercoledì scorso fino al 22,03% di ieri ma gli manca ancora un po’ di strada per arrivare alla soglia minima della sua offerta pubblica di acquisto e scambio al 35%. Nel dettaglio, per avere un’idea dei conferimenti di ieri, a Cairo sono stati trasferiti quasi 56,1 milioni di azioni e a Bonomi 13,3 milioni circa. I ripensamenti, ossia le azioni revocate, sono state 125 per l’opas e 508 per l’opa.
Se la quota al 30,37% di Bonomi&co comprende il 22,6% già posseduto dai soci storici Rcs Mediobanca, Della Valle, Unipolsai e Pirelli, oltre alle adesioni cumulate finora e al 2,17% acquistato sul mercato, tra le adesioni alla proposta di Cairo sono solamente attribuibili (in mancanza di comunicazioni ufficiali) quelle dei fondi e d’Intesa Sanpaolo al 4,2% (vedere ItaliaOggi del 14/7/2016) così come non è certo se sia stato conteggiato interamente il 4,6% dello stesso Cairo.
A favore dell’imprenditore alessandrino hanno reso noto di voler conferire le loro partecipazioni sia il fondo Antares (con in mano il 3,5%) sia il fondo Nextam (al 3% circa) mentre ieri indiscrezioni di stampa davano dello stesso orientamento anche i gestori Schroders (al 5%) ed Ersel.
Comunque resta almeno un 40% circa del capitale di Rcs ancora da attribuire, tra cui per esempio un 10% indicativo che rappresenta complessivamente i singoli azionisti di Fca, dopo che Fiat è uscita dal gruppo editoriale milanese e ha distribuito le quote di spettanza ai suoi soci. Tra chi non si è ancora espresso ufficialmente c’è poi la famiglia Rotelli, titolare di una quota pari a quasi il 3,5%, sebbene voci di mercato la diano propensa ad aderire all’opas di Cairo. Quindi, alla fine, la vera sfida si gioca oggi.
Non solo, oggi possono essere ancora apportate alle rispettive offerte le azioni acquistate fino a mercoledì scorso da parte di coloro che hanno deciso di comprare a un prezzo quotato mediamente sotto un euro durante questi giorni, per poi rivendere al prezzo di opa e opas, entrambi intorno a un euro. Da ieri, di contro, i titoli acquistati non si possono più conferire. Ieri in particolare, Rcs ha chiuso in calo del 4,75% a 0,9425 euro, Cairo Communication giù dello 0,45% a 4,46 euro, valorizzando implicitamente un titolo Rizzoli 1,0528 euro (compresa la parte cash), leggermente sopra l’offerta interamente in contanti pari a un euro firmata Bonomi.
Da ultimo, una volta chiusa la seduta di Borsa e resi noti i risultati provvisori, ci sarà un ultimo tassello da collocare, un tassello importante per il futuro di Rcs: l’intervento della Consob presieduta da Giuseppe Vegas per chiarire se le azioni conferite all’offerta arrivata seconda possono rimanere in mano a chi l’ha lanciata (come sostiene la cordata targata Bonomi) oppure se vanno consegnate (come dichiara Cairo). La differenza? Per il secondo classificato si tratta di avere o meno la possibilità di costituire un blocco di minoranza nella nuova Rcs guidata dall’avversario, rendendogli la vita meno facile.
Marco A. Capisani, Italia Oggi