Massimo Roserba, in carica dal 22 febbraio, anticipa strategie
“Oggi PSA è il terzo gruppo straniero in Italia per quota di mercato, entro il 2020 vogliamo diventare il primo”. A svelare i piani ambiziosi del gruppo francese per il nostro Paese è stato il nuovo direttore generale per l’Italia, Massimo Roserba, nella sua prima uscita ufficiale di fronte alla stampa, avvenuta a Milano, presso il club Bobino.
In carica dal 22 febbraio, il quarantottenne manager abruzzese proviene da FCA e subentra in carica a Olivier Mornet, ora in Cina come presidente della joint-venture Changan-PSA che produce DS all’interno della Grande Muraglia.
Con il piano ”push to pass” deciso da Carlos Tavares, spiega Roserba, ”Dal 5 aprile si scarica a terra la potenza: è il meccanismo che dà più forza all’auto per fare il sorpasso. L’Italia non si può tirar fuori: siamo ambiziosamente dentro”.
Per raggiungere la leadership ”quattro anni sono pochi, fanno paura. Una bella sfida. Come gruppo PSA lanceremo 13 prodotti completamente nuovi nei prossimi tre anni, a partire dal 2017.
Noi abbiamo la responsabilità di fare le performance in linea con le aspettative di un’azienda che ci ha creduto”. E ancora: ”B-Suv e C-Suv li prevediamo come segmenti crescenti in Italia: arriveranno nuovi modelli. Le elettriche? Ne abbiamo già in gamma quattro, ne arriveranno altre quattro completamente nuove.
Eppoi, ci saranno le nuove ibride plug-in con motori termici a benzina”. Barra avanti dritta, quindi, l’offensiva è cominciata: ”In quest’inizio di 2016 – spiega il manager – abbiamo fatto una performance interessante: circa il 9,5% di quota e tra l’altro l’abbiamo centrato in un momento in cui non avevamo ancora i nuovi prodotti. Abbiamo appena lanciato DS3, i commerciali Citroen Expert e Jumpy e adesso arriveranno la nuova C3 e per Peugeot la nuova 3008. Eppoi, appunto, i 13 lanci nei prossimi 3 anni a cui vanno aggiunti dei model year, dei facelift e delle serie speciali. Abbiamo tre brand ben distinti su cui dobbiamo continuare a lavorare per distinguerli ulteriormente e catturare i bisogni diversi sul mercato. Dobbiamo migliorare ed evolvere sia come PSA Italia sia come rete per avere il passo potenzialmente da numeri 1. Non è una cosa che avverrà domani.
E’ un tragitto che deve essere assolutamente strutturato e organizzato: significa avere le competenze, lo sviluppo, la velocità giusta per fare le cose giuste al momento giusto”.
Sulla distribuzione chiarisce: ”Le reti in questo momento sono tendenzialmente divise per questioni storiche. Il 75% è monobrand sui nostri marchi ma non vuol dire che lo sia a livello imprenditoriale. Abbiamo 240 punti di vendita tra Citroen e Peugeot, vogliamo portarci a casa le eccellenze in maniera più strutturata. Lavoreremo quindi sulla rete per un cambio di passo: il ‘push to pass’ lo faranno anche i concessionari con performance più alte rispetto al passato”. Ibrido ed elettrico? ”Ci credo, assolutamente sì, abbiamo entrambi. Vogliamo perseguire entrambe le strade e cercare di prendere dei vantaggi di posizione in termini tecnologici”. Poi ”capiremo come evolverà il mercato, se più sull’ibrido o sull’elettrico. Ora abbiamo l’ibrido con il diesel e con quattro vetture elettriche siamo secondi in termini di market share a livello Italia. Il piano ‘push to pass’ prevede altri quattro auto elettriche e sette ibride. Sono modelli completamente nuovi. L’ibrido verrà realizzato in abbinamento con unità a benzina: abbiamo un propulsore assolutamente interessante, il PureTech, premiato per il secondo anno consecutivo come motore dell’anno”. Una scelta dovuta al fatto che ”il benzina in questo momento ha una copertura mondiale più ampia del Diesel che è più europeo”.
Il car sharing? ” PSA non è un follower. Siamo pionieri e teniamo aperte varie soluzioni. In Sicilia abbiamo già oltre 50 auto elettriche in car sharing a Palermo, vogliamo andare avanti con questo piano con altre vetture nell’isola e in altre aree turistiche”. Infine un po’ di previsioni: ”Attualmente è previsto per l’Italia un mercato sui 2 milioni di pezzi, stabile tra il 2017 e il 2019. Sarà 2 milioni, sarà due milioni e cento? E’ chiaro che queste ipotesi vengono sempre riviste e spesso vengono fatte per non essere confermate…”
Ansa