Dopo il nuovo crollo registrato ieri in Borsa da Mps, crescono i timori intorno alle banche italiane. Il Financial Times apre oggi in prima pagina proprio sulla crescente Preoccupazione sui mercati per gli istituti italiani. “Dopo il crollo nella capitalizzazione quest’anno – si legge nell’articolo – i banchieri prevedono che al Monte dei Paschi possa essere richiesto un aumento di capitale in una situazione che sarebbe difficile per la banca”.
Ma la preoccupazione dei mercati si allarga oltre l’istituto senese. “A differenza della Spagna e dell’Irlanda, che furono obbligate ad accettare programmi di salvataggio internazionali quando si rivelarono incapaci di finanziare pulizie multimiliardarie dei rispettivi settori bancari al picco della crisi dell’Eurozona, l’italia – sottolinea il Financial times -non ha mai condotto una revisione radicale delle sue istituzioni finanziarie”.
E ora “i dirigenti dell’Eurozona – si legge ancora – stanno cominciando a preoccuparsi del fatto che le banche italiane potrebbero emergere come l’anello debole nello sforzo, in corso da sei anni, di puntellare la moneta unica europea. La tempesta scatenata dal voto britannico per lasciare la Ue ha sottolineato queste preoccupazioni riportando i riflettori sulle fondamenta ancora incomplete dell’Eurozona”.
Il Financial Times ribadisce, dopo averlo già scritto lunedì, che il presidente del consiglio Matteo Renzi ha inziato a valutare la possibilità di aggirare le nuove regole europee sui salvataggi bancari (bail in, ndr) per salvare il settore bancario con fondi pubblici.
“Renzi – conclude l’articolo del Ft – spera di trovare una soluzione di mercato con le banche italiane. Atlante sta per lanciare un fondo sulle sofferenze bancarie nei prossimi giorni che si concentrerà sull’acquisto dei crediti in sofferenza del monte dei paschi per un prezzo vicino ai valori di libro, secondo quanto anticipano alcuni banchieri. E come ultima istanza l’italia potrebbe decidere di iniettare miliardi di euro nelle sue banche per evitare una crisi sistemica sfidando la ue, dicono fonti vicine ai pensieri del governo”.
Per il Wall Street Journal, che dedica alla questione il taglio basso, “le banche italiane hanno un problema di crediti deteriorati , che potrebbe presto essere un problema anche per il resto d’Europa”. La crisi è figlia di “anni di standard lassisti nei prestiti”, che “hanno lasciato le banche italiane mal preparate” quando la crisi economica qualche anno fa ha avviato l’ondata di bancarotte. La reazione alla Brexit ha esacerbato questa situazione, e ora “tutto questo minaccia di diffondere una crisi di fiducia nelle banche italiane che, secondo alcuni analisti, potrebbe minacciare la stabilità del Paese e, potenzialmente, quella della Ue”.
Ufficialmente però il governo continua a lavorare per una soluzione all’interno delle regole euoropee, che al momento escluderebbero un’azione unilaterale. L’ipotesi più quotata per il momento è quella di una ricapitalizzazione pubblica precauzionale in vista degli stress test. La forumula prevede infatti in base all’articolo 32.4 della direttiva Brrd la possibilità, riservata esclusivamente alle banche solventi, di un intervento pubblico a scopo cautelativo sulla base dei risultati degli stress test, che devono dimostrare una mancanza di capitale in uno scenario futuro avverso. Il momento clou diventa di fatto il prossimo 29 luglio. All’intervento pubblico si applicherebbero però sempre le regole sugli aiuti di stato, cui la stessa Brrd rimanda. E qui ritorna in campo il ruolo degli investitori privati, “per limitare l’aiuto” pubblico “al minimo necessario”.
L’Huffington Post