L’editore: la Gazzetta può raddoppiare il fatturato col Giro d’Italia
Si apre la settimana più lunga per Rcs Mediagroup. La sfida, a colpi di offerte e contro-offerte, per il controllo del gruppo che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport è arrivata alle battute decisive. L’ultimo rilancio da parte dei due contendenti, da una parte l’editore Urbano Cairo e dall’altra i soci storici di via Rizzoli, guidati dal finanziere Andrea Bonomi, potrà arrivare solo il prossimo venerdì, 8 luglio. Sarà però un’offerta dell’ultimo minuto, al buio e a carte coperte.
Ma intanto Cairo, forte dell’esperienza che ha portato al rilancio de La7, ha già le idee chiare su come far ripartire la corazzata Rcs e senza perdere tempo, già nel primo anno. «Conto di arrivare a uno sviluppo dei ricavi significativo e a un Ebitda di 140 milioni nel 2017 che poi salirà a 170 milioni nel 2018» dice l’imprenditore alessandrino. Come si arriva a un risultato del genere in un momento di crisi profonda dell’editoria? «Per esempio rimettendo mano ai periodici del gruppo – dice deciso –. E’ un’area in cui ci sono grandi potenzialità anche perché i periodici del gruppo Rcs sono caduti più di quanto è sprofondato il mercato in questi ultimi anni. Per esempio, il settimanale Sette, che è allegato al Corriere della Sera e quindi arriva a una diffusione molto ampia in tutto il Paese, con un rinnovo ben fatto potrebbe passare da 3 milioni di incassi pubblicitari a 10 milioni l’anno».
La cura rigenerante farebbe bene anche ad altri grandi nomi nel portafoglio dei periodici Rcs. «Allo stesso modo più risultati potrebbero arrivare anche dalla storica testata Oggi. Ci sono molte potenzialità da far crescere anche in IoDonna ed El Mundo in Spagna – racconta -. Anche iniziative dedicate aiuterebbero a crescere di più. Per citarne una, con una campagna pubblicitaria su La7 per il Corriere della Sera si potrebbe raggiungere un numero ben più interessante di lettori e quindi di risultati a fine anno».
Sulla “Rosa” poi ci sono ampi spazi di crescita con sinergie che si possono raccogliere con il Giro d’Italia. «Tutti sono pazzi del Giro – racconta l’imprenditore -. Eppure frutta solamente 25 milioni l’anno, vale a dire una quota minima di quanto invece riesce a ricavare il Tour de France che arriva a totalizzare 110 milioni ogni anno. Significa che quello del Giro è un risultato che da noi in Italia si può almeno raddoppiare a 50 milioni di euro».
Per crescere e anche in fretta c’è poi il mercato spagnolo che condivide molto con l’Italia. «In Spagna c’è spazio per il lancio di tre nuovi giornali, un familiare, un femminile e un televisivo – spiega -. Potrebbero vendere da 150 a 200 mila copie a testa ogni anno per un fatturato che stimo tra gli 8 e i 10 milioni l’uno. In Spagna la diffusione delle riviste a 1 euro è ancora limitata. Per ora c’è un solo titolo, si chiama Pronto e da solo raccoglie ben 800 mila copie. Numeri che si potrebbero replicare con il lancio di nuove testate adatte a un pubblico alla ricerca di contenuti ad hoc. La sfida Rcs è una delle più difficili del momento anche perché l’editoria è da tempo in crisi. Ma qual è la ricetta giusta per uscirne? «Occorre attirare i lettori con contenuti che interessano alla gente, stimolando i giornalisti a essere più creativi – dice -. Tutto ciò va fatto senza aumentare i prezzi all’edicola. Anche perché oggi il concorrente dei giornali è Internet che al lettore costa zero euro ma che gli editori devono ben calibrare per evitare che cannibalizzi l’offerta cartacea».
Tornando invece alla battaglia finanziaria su Rcs bisognerà aspettare un’altra settimana, fino al 15 luglio per sapere come è andata. Venerdì Cairo ha fatto l’ultima mossa migliorando, per la seconda volta, la sua proposta portando il rapporto di concambio da 0,16 a 0,17 azioni Cairo Communication per ogni azione Rcs. Vuol dire un valore implicito di 0,765 euro per ogni titolo Rcs. Cairo però stavolta, ha messo sul piatto anche la clausola Mac, vale a dire quella condizione che gli permetteva di sfilarsi in caso di eventi eccezionali come la Brexit. Niente più possibilità di tornare indietro quindi. Questo termine invece rimane ancora nell’offerta di Bonomi che ha ancora un rilancio a sua disposizione nell’arco della settimana e che poi si concluderà con la possibile ultima offerta al buio dei due contendenti. «La decisione di escludere la clausola Mac dimostra che la nostra offerta è incondizionata – dice Cairo -. E che siamo decisi a giocare la partita fino in fondo».
Il duello ha scaldato il titolo Rcs in Borsa che è più che raddoppiato fino ad arrivare a 0,81 euro. «Dimostra che il mercato crede nel nostro piano e ci vede già del valore». Cairo si è presentato agli azionisti con un progetto industriale che vuole rimettere in piedi il colosso malato dell’editoria. Ma la partita per Cairo non è facile perché dovrà fare i conti con Bonomi, che ha offerto una contropartita in contanti, a 0,80 euro per azione, che può far gola a molti investitori finanziari.
di Sandra Riccio, La Stampa