Polemica tra il presidente della fondazione San Paolo e la neosindaca che agli aveva chiesto di dimettersi. L’ex ministro però aggiunge: “Rafforziamo la nostra collaborazione con la città”
“Sono stato eletto dai membri del consiglio generale della Compagnia di San Paolo: io rispondo a loro”, dice Francesco Profumo, il presidente della fondazione bancaria torinese. La neosindaca Chiara Appendino gli aveva chiesto di fare un passo indietro, ma l’ex ministro dell’Istruzione rispedisce la richiesta al mittente.
“La Compagnia è dotata di regole statutarie a cui risponde”, precisa Profumo che a proposito del semestre bianco proposto dal sindaco per congelare le nomine negli ultimi sei mesi di mandato, osserva: “Gli enti nella loro autonomia possono decidere di applicare la regola del semestre bianco dopodiché la Compagnia al momento, con l’attuale statuto, ha il dovere di procedere alle nomine sostitutive nel caso in cui non vengano indicate dagli enti preposti”.
Profumo però non chiude la porta ad Appendino: “Nessuno può mettere in dubbio il mio rispetto per le istituzioni, che sarà tale anche in questa occasione. La Compagnia è un ente fondamentale per la città e io voglio che questa collaborazione si rafforzi. I nostri sono progetti inclusivi, vanno concordati con il territorio”.
Il presidente della Compagnia di San Paolo però difende il “Sistema Torino”: “Dal 1992 a oggi la città ha vissuto una trasformazione profonda e il fatto di avere una certa continuità è stato un elemento evidente nei risultati ottenuti”, dice Profumo, per il quale ciò che è avvenuto nel capoluogo piemontese negli ultimi anni è stato “quasi un miracolo”.
La questione dei 400 mila euro in più nel budget per il funzionamento dei vertici? “Dentro non ci sono solo i compensi ma è una questione più ampia. Una riunione del consiglio generale costa 35 mila euro tra rimborsi spese e così via, se quest’anno ne facessimo quattro in più per stilare il piano strategico spenderemmo 140 mila euro. Rispetto a un anno ordinario, nel 2016 ci saranno dei costi extra”, chiarisce il segretario generale dell’ente, Piero Gastaldo.
Nelle ultime settimane la Compagnia è finita spesso nel mirino, prima per le nomine del Comune avvenute negli ultimi mesi di mandato del sindaco Piero Fassino, poi per il budget extra e infine con la presunta incompatibilità del presidente e del vice per i ruoli che ricoprono in Escp, una scuola di management
beneficiata dalla stessa fondazione. Attorno all’ente, insomma, si è creato un clima da “assalto alla diligenza”, che Gastaldo spiega così: “Siamo rimasti uno dei pochi centri decisionali della città e questo a fatto sì che i riflettori si spostassero su di noi in misura maggiore rispetto al passato. Temo che da questo punti di vista ci sia una sovraesposizione della Compagnia legata all’impoverimento del paesaggio”.
Stefano Parola, La Repubblica