Inizia la fase dei rilanci sul gruppo milanese, dopo che Cairo ha migliorato la sua ops venerdì. La cordata ha tempo fino a venerdì per modificare l’offerta
È stagione di rilanci nella gara a due per il controllo di Rcs: è partita ieri l’opa di Andrea Bonomi e dei suoi soci Mediobanca, Diego Della Valle, Unipol e Pirelli. Ha raccolto 7.630 azioni Rcs, circa lo 0,001889%. Le azioni conferite all’ops di Cairo avviata lunedì scorso sono state invece 10.468, per un totale di 22.875 titoli (0,00438%).
Ma la cordata capitanata da Bonomi ha tempo fino alla mezzanotte di venerdì prossimo per migliorare la sua offerta pubblica di acquisto (opa), pari 0,7 euro per azione del gruppo che pubblica il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Infatti, l’altro contendente Urbano Cairo ha già migliorato venerdì scorso la sua offerta pubblica di scambio (ops), pareggiando di fatto la proposta economica dei concorrenti e valorizzando un azione Rcs circa 0,69 euro. In aggiunta, l’editore di La7 e diversi periodici ha prospettato la fusione tra Rizzoli e Cairo Communication «da realizzarsi nei 12-24 mesi successivi al perfezionamento dell’offerta», come reso noto venerdì con una nota, e ha messo a punto un piano industriale 2017-2018 più dettagliato, che prevede ricavi per 1.273 milioni di euro l’anno prossimo e pari a 1.340 nel 2018. L’ebitda è previsto sulla soglia dei 172 milioni di euro al 2017 e dei 215 milioni al 2018. Nel caso Bonomi modificasse la sua opa, allora Cairo avrebbe altri cinque giorni per rilanciare nuovamente. Non solo, secondo indiscrezioni di stampa, l’imprenditore piemontese ha già trovato un partner che si unirà al suo progetto ma l’annuncio verrà dato solo prossimamente, come un ultimo atout da giocarsi. A oggi, l’offerta di Bonomi e quella di Cairo si sovrappongono anche sui periodi di adesione: entrambe finiranno il prossimo 15 luglio.
Comunque, a credere che sia tempo dei rilanci è lo stesso mercato dopo che, ieri in Borsa, il titolo di via Rizzoli ha chiuso a quota 0,7675 euro (-1,73%), quindi ben al di sopra di entrambe le offerte. Il titolo della Cairo Communication ha invece viaggiato debole durante la giornata, per poi riprendersi sulla chiusura delle negoziazioni a 4,33 euro a +0,6%. Adesso bisognerà vedere come procederanno nei prossimi giorni in Borsa le rispettive quotazioni.
Al momento, Cairo mantiene l’impostazione iniziale della sua ops, seppur alzata da 0,12 a 0,16 azioni della Cairo Communication per una di Rcs, spingendo perlopiù sulle possibilità di crescita del nuovo gruppo integrato. Secondo gli analisti, infatti, il miglioramento annunciato dell’ops è significativo ma resta pur sempre sotto la soglia di Borsa e di Bonomi. Quindi, l’editore intende giocarsi tutto sulle prospettive post-fusione dei due gruppi tanto che gli esperti di Kepler Cheuvreux, considerano «aggressiva» la previsioni a livello di ebitda contenuta nel piano, «180 mln nel 2018 è una stima più realistica».
Invece dal punto di vista della Investindustrial di Bonomi e di Mediobanca, Della Valle, Unipol e Pirelli (riuniti nella newco International media holding), un rilancio è ampiamente nelle possibilità dei partecipanti, sempre secondo gli esperti. Per quanto riguarda invece le strategie industriali, la cordata ha già messo a disposizione di via Rizzoli «un’importante politica d’investimento», secondo la sua stessa definizione. Decisione che infatti è stata promossa venerdì scorso dal cda guidato da Laura Cioli e presieduto da Maurizio Costa, perché offre «un’opportunità incrementale» rispetto allo stesso piano industriale della Rizzoli.
Resta da vedere se tutti e cinque gli investitori della cordata saranno d’accordo nel sostenere il rilancio. E sia per Bonomi&co sia per Cairo resta da capire comunque quale sia la soglia ultima oltre la quale la scalata a Rcs inizia a non valere più la candela. Intanto, dalle dichiarazioni Consob è emerso che la banca d’investimenti Goldman Sachs, come prestatario, aveva dichiarato prima di essere salita oltre il 3% in Rcs, tra il 9 e il 10 giugno, e poi di essere ridiscesa fino all’1,5% circa il 10 giugno stesso.
Italia Oggi