IL FUTURO DEL CENTRODESTRA
Parla il capo dei cardiologi Il professor Romeo “A 80 anni non si scherza. Dovrà riposare”
Dallo scompenso cardiaco alla sostituzione della valvola aortica. Il ricovero al San Raffele di Milano per Silvio Berlusconi è stato salvifico perché come ha spiegato il prof. Zangrillo «è arrivato in ospedale in condizioni molto severe, ha rischiato la vita e ne era consapevole». Per capirne di più abbiamo chiesto spiegazioni al prof. Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia nonché Direttore della cattedra di cardiologia dell’Università di Tor Vergata a Roma.
Cos’è lo scompenso cardiaco?
È la situazione clinica in cui il cuore non è in grado di mandare in circolo la quantità di sangue necessaria ai tessuti dell’organismo per funzionare bene. È un problema che riguarda 600 mila italiani, soprattutto dopo i 65 anni.
Bisogna ricoverarsi?
È un’urgenza. È necessario un ricovero immediato per individuare le cause di questa insufficiente contrazione del cuore.
Berlusconi è molto seguito, come mai non se ne sono accorti prima di questa insufficienza?
Evidentemente c’è stato un peggioramento improvviso non previsto.
Le cause quali possono essere?
Le cause dello scompenso possono essere diverse ma nel caso di Berlusconi è stato provocato dalla disfunzione della valvola aortica. Per una parziale o totale chiusura della valvola si manifesta un reflusso di sangue dall’aorta nel ventricolo sinistro.
L’insufficienza aortica che patologia è?
È una malattia frequente: ne soffre 1 persona su 8 dopo i 75 anni.
Come si interviene?
Oggi ci sono due possibilità : o per via percutanea o sostituzione chirurgica.
A Milano perché non fanno la percutanea?
Probabimente nel caso del Cavaliere forse nella valvola c’è un restringimento, è calcifica o stenottica e allora quando è insufficiente e i lembi sono distanziati tra di loro e sangue torna indietro è più indicato intervento chirurgico perché protesi per via percutanea hanno difficoltà ad agganciarsi.
L’intervento chirurgico è di routine?
Direi di quasi routine ma soprattutto a Milano c’è il prof. Ottavio Alfieri che è un ottimo chirurgo di levatura internazionale.
Eppure nel 2006 per impiantare il pacemaker era andato negli Usa.
Sì è vero, si parlava di problemi di fibrillazione e si sottopose ad un intervento negli Stati Uniti. Ma Alfieri è quanto di meglio ci sia in Italia.
La valvola «malata» viene sostituita con una valvola biologica, che significa?
È una valvola, una sorta di anello fatto con materiale porcino.
Vantaggi e svantaggi?
Vantaggio che è una valvola che non necessita di terapia anticoagulante pesante, ma tradizionale. Svantaggio, teorico, che dopo 15 anni potrebbe andare incontro a disfunzione. Ipotesi non prevedibile ma che non sarebbe un problema perché in quel caso si può intervenire per via percutanea. Oggi non si può perché manca il calcio e la protesi potrebbe non aderire, dopo sulla valvola biologica non ci sarebbero problemi.
È un intervento per cui si può morire?
Ripeto, è quasi di routine e poi si interviene chirurgicamente quando la funzione ventricolare e renale è buona, come in questo caso. La mortalità operatoria ha una media di 1,5…anche meno
Dopo l’operazione?
Una degenza non inferiore al mese, tra fase acuta e post.
Dopo l’intervento si può fare la stessa vita?
Sì certo anche se si tratta di un intervento importante e forse servirà a Berlusconi per riflettere se mantenere il suo carico di impegni. Ecco, se prima di entrare in ospedale a Milano Berlusconi ha voluto comunque votare a Roma, tenerlo «fermo» dopo appare un’impresa…
Sarina Biraghi, Il Tempo