Per la prima volta dopo lungo tempo, giovedì la Bce potrebbe rivedere al rialzo le stime sull’inflazione. Migliora la fiducia europea. I listini poco mossi, i mercati scontano il prossimo rialzo dei tassi Usa e il bliglietto verde guadagna posizioni sull’euro. Wall Street, reduce dalla miglior settimana da inizio marzo, oggi resta chiusa come Londra
I mercati si aspettano, per la prima volta dopo lungo tempo, qualche buona notizia dalla Bce di Mario Draghi. Giovedì il direttorio dell’Eurotower si riunirà a Vienna per mantenere i tassi invariati, dopo la decisione di marzo di ampliare il programma d’acquisto di titoli a 80 miliardi al mese. Ma l’attenzione sarà sulle previsioni trimestrali dello staff economico, che ha dovuto abbassare le aspettative di inflazione negli ultimi tre aggiornamenti. Questa volta, stando alle attese monitorate da Bloomberg, soltanto il 9% degli economisti pronostica un taglio all’andamento dei prezzi previsto per il 2016 e il 2018, si resta bassi (all’11%) per le stime del 2017. La ripresa dei prezzi è senza dubbio legata al fatto che il petrolio abbia abbandonato i minimi registrati nei mesi scorsi, e secondo molti analisti l’obiettivo della Bce di portare l’inflazione vicina al 2% resta lontanissimo. Intanto, però, un piccolo segnale di ottimismo non guasterebbe in una fase in cui più fattori che operano sui mercati sembrano orientati alla crescita.
Le Borse aspettano buone nuove da Mario Draghi. Oro debole, dollaro in rialzo
Il grafico mostra come si dividono le aspettative verso le revisioni delle stime Bce. In blu chi si aspetta un rialzo, in rosso stazionarietà e in nero i pessimisti che scommettono su ribassi. La prima riga riguarda la crescita 2016, la seconda l’inflazione 2017. Le altre due crescita 2017 e inflazione 2017. Chi non ha problemi di ripresa sono gli Stati Uniti, che anzi – per ammissione della stessa presidente Fed, Janet Yellen – si avvicinano alla seconda stretta monetaria dopo il rialzo dei tassi dello scorso dicembre. Le parole della numero uno di Washington hanno generato sui mercati un rafforzamento del dollaro, mentre le materie prime si muovono al ribasso. I listini europei trattano poco mossi: Milano segna un rialzo dello 0,7%, Francoforte dello 0,3%, mentre Parigi è invariata e Londra resta chiusa per festività. In mattinata, le azioni della Borsa di Tokyo hanno guidato i mercati asiatici: l’indice Nikkei ha chiuso in rialzo dell’1,39%, sospinto dalla convinzione che il premier Shinzo Abe abbia deciso di posticipare per la seconda volta e più a lungo l’incremento dell’imposta sui consumi dall’8% al 10% già fissato per la primavera 2017. D’altra parte, le vendite al dettaglio sono calate dello 0,8% in aprile sul 2015: un dato che rafforza la convinzione che sia importante non gravare ulteriormente sui consumi. L’agenda macroeconomica presenta numerosi dati interessanti, nella marcia verso il rapporto americano sul lavoro di venerdì (tutti gli appuntamenti). Oggi si guarda in particolare all’inflazione: in Spagna è calata dello 0,6% a maggio (-1% tendenziale). Si attende poi il dato dei prezzi della Germania, mentre il Pil francese ha registrato una crescita dello 0,6% nel primo trimestre 2016, leggermente sopra l’attesa degli analisti. Migliora in maggio il clima di fiducia nell’economia europea: l’indice della Commissione nell’Eurozona è salito di 0,7 punti a 104,7 e nell’Ue di 0,5 a 105,7. A recuperare sono soprattutto la fiducia fra i consumatori e i manager nel settore del commercio al dettaglio e in quello edile, mentre è stabile nel settore dell’industria e in calo in quello dei servizi. In Italia, l’indice è salito di 0,3 punti. Istat riferisce invece che, ad aprile, l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 4,1% nei confronti di aprile 2015. Continua a scendere il cambio euro-dollaro, con la moneta del Vecchio continente che scambia intorno a 1,112 biglietti verdi. Lo spread Btp-Bund si stabilizza: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi si attesta a 120 punti base, con il titolo tricolore che rende l’1,36% sul mercato secondario. Nel frattempo, il Tesoro ha assegnato tutti i 5,5 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni con tassi in calo: sul quinquennale il rendimento medio è sceso allo 0,40% dallo 0,49% mentre sul titolo decennale è calato all’1,42% dall’1,51%. Assegnati anche Ccteu con scadenza 2023 per 2 miliardi al tasso dello 0,53%. Come accennato, le commodity sono deboli: il petrolio è in calo, con il Brent a -0,49% a 49,08 dollari al barile, ed il Wti a -0,24% a 49,21 dollari al barile. L’oro ha messo a segno, in Asia, la nona seduta consecutiva al ribasso, la striscia più lunga dell’anno: il lingotto tratta ormai sulla soglia di 1.200 dollari l’oncia. Wall Street ha chiuso la seduta di venerdì sui massimi, archiviando una settimana in netto rialzo: gli indici avevano sbandato quando Yellen ha definito “appropriato un rialzo dei tassi nei mesi a venire”, poi si sono risollevati quando i trader sono tornati a guardare ai fondamentali dell’economia in crescita. Oggi i mercati americani resteranno chiusi per la festività del Memorial Day, così sui tabelloni restano impressi i risultati di venerdì: il Dow Jones è salito deklo 0,25%, a quota 17.873,22 portando a un +2,1% la performance settimanale, la migliore dall’ottava terminata il 18 marzo. L’S&P 500 ha aggiunto lo 0,43%, a quota 2.099,06, e nella settimana l’incremento è stato del 2,3%, il più sostenuto da quella chiusa il 4 marzo. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,65%, a quota 4.933,50, per un rialzo settimanale del 3,4%, il più ampio dallo 19 febbraio.
Repubblica