Apple ha messo nel mirino Time Warner. Il colosso di Cupertino fondato da Steve Jobs ha ventilato l’acquisizione del gruppo media l’anno scorso quando il suo senior vice president internet and software and services Eddy Cue ha incontrato il responsabile delle strategie di Time Warner Olaf Olafsson e gli ha prospettato la possibile operazione. L’incontro è avvenuto alla fine del 2014 ma solo ieri l’episodio è stato reso noto dal Financial Times. Finora non sono emersi altri dettagli che diano concretezza all’acquisizione né sul progetto sono stati coinvolti i vertici aziendali Tim Cook (alla guida di Apple) e Jeff Bewkes (al timone di Time Warner). Eppure l’ipotesi non sembra così peregrina considerando il trend in atto, che vede operatori di comparti diversi convergere sui contenuti. In questo caso, è un produttore di smartphone che s’interessa a contenuti originali e, secondo indiscrezioni di stampa Usa, è disposto a spendere «centinaia di milioni di dollari all’anno». La stessa riunione tra Cue e Olafsson era stata organizzata per studiare partnership commerciali congiunte, tra cui l’inserimento dei canali Time Warner nel servizio di video streaming di Apple, quella stessa società di cui da tempo si aspetta il lancio annunciato e poi sempre posticipato di un’Apple tv. Non solo, il colosso californiano ha già iniziato a investire in contenuti commissionando una serie di video sull’app economy, le aziende che fanno affari attraverso applicazioni, e ha ingaggiato la star hip hop Dr Dre per un’altra produzione.
Ma perché Apple vuole proprio Time Warner? Intanto perché è il terzo gruppo media Usa dopo Comcast e Disney. Ma a differenza dei primi due, non è controllata da fondatori o nuclei familiari che potrebbero ostacolarne la scalata. Time Warner possiede poi l’emittente tv Hbo, il network Cnn, il produttore di film Warner Bros, i canali via cavo di Turner e persino i fumetti Dc comics. Hbo, Warner Bros e Turner sono le attività più appetibili: Hbo produce serie tv di successo come Game of Thrones, Warner Bros è tra i principali produttori hollywoodiani e Turner trasmette le partite di basket Nba.
Il progetto può quindi aspirare a costruire veri e propri pacchetti di abbonamenti, articolati tra film, serie tv e informazione e sport. Un’integrazione tanto più auspicabile se Apple deve controbilanciare con contenuti originali i minori ricavi garantiti dagli iPhone. Nelle scorse settimane, addirittura, sono circolate voci di mercato sulla sua intenzione di chiudere nel giro di qualche anno i servizi online come Apple Music. Il gigante di Cupertino ha comunque smentito. Per riuscire a espugnare Time Warner con una capitalizzazione di 60 miliardi di dollari (quasi 54 mld di euro), però, il papà dell’iPhone non ha bisogno solo di sufficienti risorse visto che nell’estate del 2014 ci ha provato il magnate Rupert Murdoch e non ci è riuscito.
Il dubbio, semmai, è se puntare su una società con molti contenuti come Time Warner non sia per Apple solo il primo passo per acquisire in un secondo momento anche una piattaforma di streaming alla Netflix. Infatti, secondo la stampa Usa, nel mirino di Apple c’è la stessa Netflix del fondatore e ceo Reed Hastings.
Marco A. Capisani , Italia Oggi