Confermata la strategia di gruppo, anche senza alleanze. Paywall Corsera oltre i 30 mila iscritti. L’a.d. Cioli: possiamo superare gli obiettivi che ci siamo dati
«Già nel primo trimestre abbiamo dimostrato che possiamo superare gli obiettivi che ci siamo dati». Non solo, a margine dell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2015 (in rosso per 175,7 milioni di euro), l’a.d. di Rcs Laura Cioli ha spiegato ieri che il gruppo del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport «ha una prospettiva che può essere anche stand-alone», ossia continuare a operare da solo sul mercato seppur altri concorrenti (a partire da Repubblica) abbiano dato il via a un risiko di aggregazioni e concentrazioni.
Anche secondo il presidente Maurizio Costa, l’editrice di via Rizzoli ha segnato «un cambio di passo. Si evidenziano ottime performance, nettamente migliori di quelle che avevamo previsto per il periodo di esecuzione del piano» e il nuovo piano industriale gode di una «piena e compatta condivisione del cda». Insomma, se fosse un film, la giornata di ieri in casa Rcs s’intitolerebbe Stanno tutti bene, nonostante penda l’offerta pubblica di scambio lanciata da Urbano Cairo, la sua recente presa di posizione per cui «l’offerta è quella, non modificabile» e un suo giudizio non tanto sulle strategie quanto sulle loro modalità di «esecuzione». L’ops è stata depositata ieri in Consob, seguirà un periodo tecnico di 15-30 giorni per avere il responso dell’Autorità di Borsa e, dopo altri 5 giorni, il cda Rcs esprimerà una valutazione tecnica. Nel frattempo, «è prematuro» per Cioli dare un giudizio sulla fattibilità o meno di un’integrazione industriale Rcs-Cairo communication. E sull’esistenza di un piano anti Cairo, ha aggiunto Costa, si tratta di «un tema che non riguarda il consiglio, ma gli azionisti». Sia Cioli sia Costa non hanno incontrato l’editore piemontese dopo l’annuncio dell’ops. «Ha fatto una telefonata di cortesia a me e all’a.d. subito dopo il comunicato», ha ricordato il presidente Rcs. «Poi non abbiamo più avuto occasione di vederlo e di sentirlo».
Per adesso, valgano le parole di Cioli sull’obiettivo principale di «recuperare la nostra fiducia sulla nostra capacità di implementare il piano. Intendiamo mettere nel piano soltanto cose che siamo certi di poter portare a casa. Il rischio di esecuzione è molto basso». C’è un solo avvertimento, secondo il presidente Costa, ed è quello che «il percorso appena iniziato debba essere valutato sulla base dei risultati che riuscirà a conseguire, senza pregiudizi e condizionamenti. Da parte nostra garantiamo il massimo impegno nella tutela e valorizzazione della società, nell’interesse di tutti gli azionisti» (tra loro l’unica variazione riguarda la quota del fondo Vanguard salita al 2,9% dal 2,3%). Oltre al rispetto degli obiettivi del piano (e a un loro possibile superamento), i vertici della Rizzoli hanno altre notizie positive da comunicare, a partire dalle trattative con le banche che procedono e l’assenza di una scadenza tecnica a fine mese sullo stand-still (o congelamento del debito). In particolare Costa ha dichiarato di avere «la massima fiducia in tutte le banche nostre finanziatrici che continueranno a condurre la rinegoziazione già delineata senza che vi sia alcuna interferenza in relazione all’ops di Cairo. Confidiamo che ciascuno faccia la sua parte con senso di responsabilità». A proposito del pool di banche creditrici, secondo i dati comunicati ieri, Intesa Sanpaolo è esposta per 162,4 milioni (pari al 38,3% sul totale di 423,6 milioni), Ubi per 108 mln (25,5%), Unicredit per 54,4 mln (12,8%), Popolare di Milano per 40,6 mln (9,6%) così come Bnl e infine Mediobanca per 17,6 mln (4,2%).
Segnali incoraggianti arrivano poi dal fronte delle news a pagamento del Corriere della Sera, lanciato lo scorso 27 gennaio, che ha superato i 30 mila sottoscrittori e «siamo già adesso abbondantemente sopra l’obiettivo dell’anno», ha sottolineato Cioli. Anche in campo pubblicitario la raccolta è in linea con le aspettative e aprile risulta in linea con lo stesso mese del 2015. Le parole chiave della giornata di ieri sono state dunque consolidamento, fiducia, implementazione e obiettivi confermati. Il più vicino da rispettare, secondo il piano di sviluppo, si presenterà già alla fine di quest’anno ed è quello di tornare all’utile (grazie anche a minori oneri non ricorrenti). Ieri il titolo Rcs ha chiuso a -2,26% a 0,5835 euro.
Italia Oggi