CaixaBank ha deciso di lanciare un’offerta pubblica d’acquisto totalitaria su Banco Bpi in seguito alle difficoltà nel trovare una soluzione ai problemi della filiale angolana dell”istituto di credito portoghese. CaixaBank, già titolare del 44,1% del capitale di Bpi, offrirà agli azionisti della banca lusitana 1,113 euro per ogni azioni non ancora detenuta, ma ha imposto una condizione ben precisa. La banca spagnola ha infatti chiesto espressamente che Bpi elimini quel tetto all’esercizio dei diritti di voto che finora le ha impedito di esercitare il controllo nonostante la maggioranza relativa. CaixaBank ha precisato che l’acquisizione del 100% di Bpi costerà nel complesso 906 milioni di euro in contanti e determinerà un impatto negativo di 146 punti base sui livelli di capitale “fully loaded”. Arrivare al 51% costerebbe invece solo 112 milioni ma con un impatto di ben 97 punti base sul capitale regolamentare. I dirigenti della banca spagnola hanno intrattenuto discussioni con i funzionari della Banca Centrale Europea avvertendo delle intenzioni di lanciare un’offerta su Bpi e chiedendo di sospendere i processi sanzionatori in corso o altre procedure amministrative contro la banca portoghese mentre è in corso l’operazione di acquisizione. Bpi e i suoi maggiori azionisti, tra cui ovviamente anche Caixabank, sono da mesi alle prese con la difficile partita per l’uscita dalla filiale angolana resa necessaria dalla decisione dell’Unione Europea di inserire nel 2014 l’Angola nell’elenco dei Paesi con debito a rischio. Conseguentemente l’esposizione di Bpi, tramite la controllata Banco de Fomento, al debito del Paese africano è salita oltre i limiti imposti dalla Bce, che a sua volta ha dato tempo fino al 10 aprile alla banca portoghese per raccogliere nuovi capitali per un ammontare dai più considerato proibitivo oppure per tagliare le sue attività angolani. Nelle ultime settimane CaixaBank ha negoziato un accordo risolutivo con l’altro grande azionista di Bpi, l’imprenditrice angolana Isabel dos Santos, ma le trattative, dopo il primo tentativo positivo del 10 aprile scorso, sono improvvisamente fallite. Secondo la banca portoghese la dos Santos, titolare del 18,6% di Bpi, “non ha rispettato” l’intesa preliminare sul futuro di Banco de Fomento. L’accordo prevedeva che Caixabank acquistasse la partecipazione di dos Santos in Bpi e che la miliardaria angolana rilevasse il controllo di Banco de Fomento, che attualmente vede i portoghesi detenere il 50,1% con la restante parte alla Unitel della dos Santos.
Milano Finanza