“Si puo’ fare petrolio senza corruzione. Assolutamente si'”. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, illustra il nuovo piano strategico della societa’ in Parlamento e risponde cosi’ a deputati e senatori delle commissioni riunite Attivita’ produttive che lo ascoltano in audizione a Montecitorio. Descalzi difende l’operato dell’azienda riguardo all’inchiesta avviata dalla procura di Potenza sul Centro Oli di Viggiano: “Vogliamo andare fino in fondo perche’ siamo sicuri di quello che abbiamo fatto. Abbiamo la coscienza a posto, sono soddisfatto di quello che ho fatto in Eni”. E sulla Val d’Agri: “Come abbiamo detto chiaramente in una nota, non solo vogliamo andare al riesame ma abbiamo chiesto anche l’incidente probatorio. Non mi interessa tenere ferma la produzione, uno o due anni. Siamo sicuri di quello che abbiamo fatto, abbiamo speso miliardi per la qualita’ delle acque. Sono fiero di vivere in quella che qualcuno ha definito una pattumiera perche’ credo che sia la casa piu’ bella e pulita al mondo”, ha aggiunto il manager che ha rivendicato le politiche dell’azienda su salute e sicurezza, su cui “siamo i migliori al mondo. Negli ultimi tre anni siamo la migliore societa’ a livello mondiale in Hse rispetto agli altri peers”. Su questo aspetto “l’Italia e’ il secondo Paese in terminidi investimenti: di 17,2 miliardi di euro spesi in Italia diinvestimenti e costi operativi, il 36% sono stati destinati asicurezza e ambiente e bonifiche. Nei prossimi 4 annispenderemo 8 miliardi con la spesa per ambiente e sicurezza chepassa dal 36% al 40%. Gli investimenti in ambiente e sicurezzasono i piu’ importanti di tutto il resto”, ha proseguito Descalzi. Nel 2015 siamo scesi del 37% a 0,45 incidenti per milioni di ore lavorate. La parte sicurezza e salute fa parte del nostro modello operativo”. Tornando ai problemi che potranno sorgere per la raffineria tarantina dallo stop della produzione in Basilicata, Descalzi ha detto che “Taranto vive dell’olio della Val d’Agri, abbiamo una doppia conseguenza: non stiamo producendo in Val d’Agri e Taranto avra’ grossi problemi”. “Dovremo cercare, ma costera’ molto di piu’, dell’olio in altre produzioni e ci verra’ a costare approssimativamente 4-5 dollari in piu'”, ha aggiunto l’ad. “Costa molto tenere ferma la Val d’Agri ma finche’ non e’ tutto chiaro, la produzione va in secondo piano, io voglio andare in fondo”. L’amministratore delegato di Eni ha dedicato un passaggio al mercato petrolifero e ha ribadito che Eni ha adeguato la struttura dei costi della societa’ al nuovo scenario di prezzi bassi del petrolio. Le societa’ petrolifere, ha spiegato, “hanno ancora una struttura di costi allineata a prezzi del petrolio intorno ai 70 dollari” al barile. “Questo blocca l’industria. Noi stiamo costruendo un’azienda che resista a prezzi bassi. Sono leve che abbiamo usato e che stiamo usando”, ha detto il manager ricordando la strategia presentata il mese scorso a Londra. E questo, ha proseguito, senza nessun taglio ai posti di lavoro. “Abbiamo ridotto i costi senza toccare una persona, un posto di lavoro”, ha detto. “Per noi – ha spiegato – l’investimento piu’ importante e’ sulla persona. Impieghiamo 8-10 anni a formare un ingegnere o un geologo, non vogliamo perdere queste competenze”. Sul fronte della chimica infine, Descalzi ha ricordato che “Versalis non e’ la chimica italiana. Rappresenta l’8% della chimica italiana. Se guardiamo al futuro bisogna guardare al passato dove c’e’ stato un disastro. Abbiamo tolto miliardi da business che andavano bene” per metterli nella chimica, “per questo Versalis deve essere cambiata e ristrutturata”. Quanto alla cessione di una quota di Versalis al fondo Sk Capital, ci saranno ancora “3-4 settimane” di trattative, ha detto Descalzi: “Non so se si chiude” con Sk Capital perche’ “deve dare garanzie finanziarie. Deve garantire tutto, gli investimenti” e tutto il resto. “O si fa bene o non si fa e se non si fa cercheremo di rifarla cercando di fare le cose al meglio”, ha concluso.