Obiettivo 2016: ritorno a un leggero utile. Slitta il termine di marzo per l’accordo con le banche. Fatturato a -3%. Corsera: 30 mila abbonati al nuovo paywall
Rcs archivia il 2015 con una perdita netta che peggiora a 175,7 milioni di euro dai 110,8 milioni di fine 2014. Sul fronte dei ricavi consolidati, il dato scende del 3,1% poco sopra il miliardo di euro con i ricavi da vendite a -5,6% e la raccolta pubblicitaria a -3,2%. Considerando oneri non ricorrenti per 55,4 milioni tra cui la chiusura di Gazzetta Tv, quella di Sfera in Cina e una complessiva razionalizzazione del gruppo, l’ebitda post elementi non ricorrenti contrae del 41,2% a quota 16,4 milioni. L’ebit è negativo per 107 milioni (era a -51,9 milioni), anche a causa di maggiori svalutazioni per 64,1 milioni. Peggiora l’indebitamento finanziario netto sui 486,7 milioni di euro dai precedenti 482,5 milioni, secondo i risultati approvati ieri dal cda guidato dall’a.d. Laura Cioli, precisando che è «ragionevole l’aspettativa che il gruppo possa disporre di adeguate risorse finanziarie per continuare l’esistenza operativa», pur «considerando una significativa incertezza» relativa al mancato raggiungimento di un accordo con le banche finanziatrici. Non solo, secondo il gruppo che pubblica Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, questo è l’anno del ritorno a un «leggero» utile. Il primo nodo di Rcs da sciogliere è proprio l’accordo con le banche che, durante la conference call di ieri, Cioli puntava a raggiungere entro la presentazione dei risultati 2015, prima dunque della fine di marzo come annunciato. «Facciamo progressi e spero di concludere quanto prima», ha sottolineato l’a.d. che, a proposito di un altro dossier aperto, ha confermato «trattative in essere» per la cessione della tv spagnola Veo e l’affitto di uno dei canali del multiplex spagnolo. Gli obiettivi 2016 vengono comunque confermati da Cioli che dalla sua ha il closing della vendita di Rcs Libri atteso per meta aprile (prezzo concordato 127,5 milioni) e una delega approvata per una ricapitalizzazione da 200 milioni al massimo. Per l’anno in corso, i ricavi sono previsti stabili, l’ebitda margin che sale al 10% dall’attuale 7%, le efficienze nette sui 40-45 milioni (sulla soglia dei 40 mln a fine 2015), net cash flow in pareggio. L’inizio d’anno ha portato alla riorganizzazione del gruppo in tre macro-aree (News Italy, News Spain e Sport che «presto» avrà un responsabile secondo Cioli) e fa intravedere inserzioni a fine marzo in miglioramento, soprattutto sul fronte online, anche se «il mercato pubblicitario sul mezzo stampa in Italia al momento non presenta segnali tali da poter far prevedere una chiara inversione di tendenza». In Spagna, in particolare, «tra 3-4 mesi» Cioli si aspetta di chiudere le nuove trattative sindacali per ridurre il costo del lavoro che, a fine 2015, si è attestato a livello consolidato a oltre 318 milioni, su del 4,9%. Sempre a livello di gruppo, l’organico puntuale comprende 3.613 dipendenti, con 18 lavoratori in meno visti i «maggiori contratti a tempo determinato» (+29) e la «riduzione dei contratti a tempo indeterminato» (-47). Nel primo trimestre, la crescita dell’ebitda è in linea con le stime 2016. In Italia, in particolare, mentre il Corriere della Sera diretto da Luciano Fontana ha superato i 30 mila abbonati alla sua offerta carta+web a pagamento e il centro stampa milanese cerca nuove commesse dopo quella del manifesto, i media tricolore registrano ricavi per 517 milioni (-2,7%) con quelli editoriali a -1,7% e quelli pubblicitari a -4,5%. Dati oneri non ricorrenti per 13,2 milioni nel 2015 e 1,4 milioni nel 2014, l’ebitda è pari a 52,1 milioni, «in contrazione di 8,3 milioni». In Spagna, il fatturato di pubblicazioni come il quotidiano sportivo Marca e l’economico Expansión è di 330 milioni (-7,8%) con ricavi diffusionali a -12,8% e la raccolta a -3,1%. Considerando oneri non ricorrenti, l’ebitda è negativo per 9,2 milioni (-0,5 milioni nel 2014). Ieri il titolo ha chiuso in Borsa a -0,10% a 0,5045 euro.
Italia Oggi