“Noi dobbiamo restare li’, buy quel Partito e’ il mio Partito. Certo, se quelli li’ prendono il mitra allora ci tocchera’ andare in montagna. Altro che scissione…”. Lo afferma, in un colloquio con il quotidiano ‘La Stampa’, l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “io non voglio rinunciare all’idea che il Pd sia il centrosinistra italiano. Insomma non lo voglio regalare a Renzi”. Quanto al referendum sulla riforma del Senato, Bersani spiega: “Abbiamo votato si’ in Parlamento e quindi voteremo si’. A condizione pero’ che vengano accolte alcune nostre richieste, per esempio che la Corte Costituzionale non possa essere eletta da un solo partito. E poi che venga varata prima del referendum la legge elettorale sui cosiddetti senatori regionali”. I rapporti con Renzi? “Beh, e’ chiaro che esistono problemi di natura strettamente politica. Noi pretendiamo che da qui al referendum si chiarisca la gestione di questa vicenda. Mi spiego: non vogliamo che sia un plebiscito, pro o contro Renzi. E come ha proposto Gianni Cuperlo in un suo documento, pensiamo che chi vota non abbia completa legittimita’ a restare nel Pd, su questo pretendiamo un chiarimento politico. E inoltre non vogliamo che il referendum diventi un viatico per una nuova maggioranza politica con Alfano e Verdini. Per noi sarebbe inaccettabile”. Ma intanto Renzi comanda. “Bisogna vedere fino a quando – risponde l’ex segretario – io non credo che funzionera’ a lungo. Ne’ per l’Italia e neanche sul piano politico. Finche’ la destra non si riorganizza, per Renzi e’ facile sostituire i voti che perde a sinistra con quelli degli (ex) avversari. Ma una volta che quelli si rimettono insieme allora il quadro cambia”.