La discesa del prezzo nel 2015 rispetto al 2014 per la benzina è stata di 17, ambulance 5 centesimi, stuff mentre quella del gasolio di 20,3 centesimi
Nel 2015 gli automobilisti italiani hanno speso 7,1 miliardi in meno per fare il pieno. Lo ha calcolato l’Unione petrolifera, che ha indicato i dati in una presentazione dei giorni scorsi spiegando che 6,2 miliardi di risparmi sono da riferire al costo industriale dei carburanti (e quindi, in sostanza, al crollo del prezzo del petrolio) e 900 milioni al minor gettito fiscale derivante dal calo dei prezzi. La variazione di prezzo nel 2015 rispetto al 2014 per la benzina è stata di 17,5 centesimi, mentre quella del gasolio di 20,3 centesimi. Il rapporto dell’Up ripercorre quanto avvenuto durante l’ultimo anno, nel quale i consumi petroliferi sono tornati a segnare una variazione positiva (+3,6%) che non ha comunque colmato le perdite della lunga fase di recessione. In negativo è rimasto il dato sulla benzina per l’autotrazione. La fattura petrolifera nazionale è risultata in calo di 8,7 miliardi a quota 16,2 miliardi: un taglio di circa un terzo del valore complessivo. Significativo, in un contesto di ripresa del mercato dell’auto, anche il balzo delle nuove autovetture con carburanti alternativi: le macchine ibride ed elettriche hanno registrato una crescita cumulata del 22% delle immatricolazioni durante il 2015. Stando alle slide messe a punto dall’analista dell’Up Rita Pistacchio, a beneficiare del crollo dei prezzi del greggio è stato naturalmente tutto il sistema Italia, vista la forte flessione della fattura petrolifera (8,7 miliardi in meno nel 2015 rispetto al 2014): a ringraziare sono quindi in primis automobilisti e autotrasportatori, con 7,1 miliardi di spesa in meno, Gpl compreso. Anche grazie al calo dei prezzi, del resto, sono ripresi i consumi, cresciuti del 3,6%: tuttavia proprio la benzina è l’unica voce che mostra il segno meno (-1,2%), mentre il gasolio cresce dell’1,8%. Dopo il sorpasso del 2004, quando le immatricolazioni delle auto diesel superarono quelle a benzina, questo andamento non ha mai subito variazioni, neanche nel periodo ‘nero’ del 2009. Nel 2015, quindi, le immatricolazioni delle auto a gasolio sono state oltre il 55% e quelle a benzina il 31%. Malgrado il risveglio del settore auto, denuncia però l’Unione petrolifera, il parco auto italiano resta vetusto, con ancora 17,8 milioni di vetture (pari al 48%) tra euro0 ed euro3. I dati arrivano mentre, complice un timido recupero dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali, si registrano movimenti al rialzo per i prezzi raccomandati sulla rete di carburanti italiana. E per i prossimi giorni ci sono le condizioni tecniche per un aumento dei prezzi di benzina e gasolio, secondo quanto anticipa la Figisc Confcommercio.
La Repubblica