Restano alcune limitazioni, ma le compagnie americane potranno operare 20 voli andata e ritorno su l’Avana e altri 10 voli verso i nove scali internazionali cubani, per un totale di 110 tratte giornaliere andata e ritorno. Si avvicina l’apertura delle porte per il turismo di massa
Ora gli Stati Uniti dirottano su Cuba. A sugellare lo storico accordo tra vicini di casa, per 50 anni nemici, è un “patto” dei cieli appena siglato. Tornano infatti in maniera ufficiale e strutturata i voli di linea tra Usa e Cuba anche se, è bene chiarire, per il momento non si parla di un via libera indiscriminato ai turisti americani. Le firme, apposte a l’Avana dai vertici del sistema dei trasporti dei due Paesi, arrivano dopo il colpo di reni finale impresso ai rapporti diplomatici già avviati dal 2014 da Barack Obama.
Dalle prossime settimane i collegamenti saranno più fluidi: le compagnie Usa potranno operare 20 voli andata e ritorno tra il territorio statunitense e l’Avana e fino ad un massimo di 10 voli verso gli altri nove scali internazionali presenti a Cuba, per un totale di 110 tratte giornaliere andata e ritorno. Il tutto senza toccare l’attuale numero di voli charter già operativi e aprendo le porte anche ai voli cargo per scambi commerciali più stretti. E la corsa ad aggiudicarsi le rotte tra le compagnie statunitensi, è ai nastri di partenza.
Da quando Obama ha riaperto le porte alle relazioni tra i due Paesi, il traffico verso l’isola caraibica si è espanso del 54% e questo accordo amplierà ulteriormente la crescita del settore. E a breve, scommettono i bene informati in materie diplomatiche, saranno spalancate le porte anche al turismo di massa proveniente dagli Usa. Restano però alcune limitazioni allo scambio turistico vero e proprio. Al momento, infatti, sono autorizzati a viaggi e a spese in territorio cubano passeggeri con familiari a Cuba, rappresentanti dei governi, giornalisti, professionisti, atleti, artisti, personale e visitatori di mostre e fiere, progetti umanitari, personale addetto a progetti di ricerca e educazione.
di Lucio Cillis “Repubblica”