Capodanno – Secondo Anzaldi a pagare per il grande disastro di Capodanno è stato un capro espiatorio: “un povero disgraziato, mentre Giancarlo Leone, direttore di Rai1, è ancora lì, al suo posto. Ed è lui, le ricordo, che a caldo cercò di far sembrare una robetta divertente quel penoso inganno grazie al quale milioni di italiani brindarono in anticipo al 2016”.
Demolizione – Certo magari per cambiare la Rai c’è bisogno di tempo e pazienza, Anzaldi non ce l’ha e non la vuole, per lui va: “Demolita definitivamente. Guardi, io certe cose le dico per il bene della Rai, per dare un senso al canone che ora tutti pagheranno in massa”. Secondo Anzaldi non si spiega come faccia la giornalista Franca Leosini a prendere sonno la notte: “dopo quel che ha fatto. Contro il parere del procuratore di Pesaro, intervista quello che ha sfregiato Lucia Annibali, un matto condannato a vent’anni di reclusione nei primi due gradi di giudizio e in attesa del verdetto della Cassazione. È servizio pubblico? No. Infatti è insorto tutto il Parlamento. Ma loro due, Dall’Orto e Maggioni, si sono giustificati, hanno chiesto scusa? Zero: come sempre muti nel loro silenzio, altezzoso e arrogante”.
Giannini – Anzaldi non è meno morbido neanche con il conduttore di Ballarò, Massimo Giannini, sulla graticola da almeno una settimana per una frase sul ministro Boschi. Secondo il senatore Pd, nessuno del suo partito vuole far cacciare Giannini: “Perché è già stato licenziato dagli italiani. Fa ascolti imbarazzanti. Ricordo solo che il suo editoriale di martedì scorso è andato in onda tra le 21.05 e le 21.10, esattamente quanto Rai3 è crollata all’ultimo posto tra le reti generaliste. Ma siccome Giannini lavora in un’azienda dove ormai tutto è possibile, invece di starsene buono e mortificato, l’altra sera è pure andato a parlare male di chi lo paga, e stendiamo un velo pietoso sulla cifra del suo stipendio, a ‘Fuori onda’, sul La7, miracolosamente diventata diretta concorrente di Rai3, grazie alla fallimentare direzione di Andrea Vianello. Che ovviamente come pure Leone se ne sta ancora lì, bello tranquillo al suo posto”.
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