Offerte folli e ingaggi faraonici (12, for sale 5 all’anno per Jackson Martinez). Dall’inizio del 2016 sono già stati spesi 201 milioni: solo in Inghilterra investimenti più cospicui, no rx anche se è probabile che fino alla chiusura delle trattative cinesi (26 febbraio) anche quel limite verrà abbattuto. L’impulso al movimento dal segretario del Partito Comunista Cinese Xi Jinping, appassionatissimo di calcio
Hanno staccato l’Europa continentale e già puntano la Premier League. Quasi inevitabile dominare, se a sostenerti è la seconda economia al mondo. La novità di questo primo mese del 2016 è la dittatura sul mercato calciatori della Superlega cinese. Una vera e propria questione di stato: 201 milioni di euro e spicci già spesi da gennaio a oggi, più di qualunque altro campionato sulla terra, eccezion fatta per i maestri inglesi. Ma pure la ricchissima Premier è ormai nel mirino, lontana giusto 45 milioni di spese, e a Pechino c’è tempo fino al 26 febbraio per comprare. Già il prossimo acquisto, Alex Teixeira dello Shakhtar, destinato a trasferirsi in Cina per una cinquantina di milioni, azzererà la distanza issando il Dragone in cima al mercato mondiale. Pensare che solo nel 2009 era al 60esimo posto per investimenti.
JACKSON E GLI ALTRI, ORA CACCIA A TOURE’ E GABI – Una scalata irresistibile condotta a colpi di milioni di euro, piovuti nelle casse dei club di tutto il mondo. Anche i nostri: la Roma ha venduto Gervinho per 19, l’Inter Guarin per 13, l’ultima stella a traslocare nella Repubblica Popolare è addirittura Jackson Martinez, strappato in estate al Milan dall’Atletico Madrid per 35 milioni e rivenduto oggi per 42. I 12 e mezzo all’anno che guadagnerà in Cina l’hanno convinto a compiere “una scelta di vita” che rivoluziona il punto di vista globale sulla Cina. E chissà se Yaya Tourè, a cui è già arrivata una proposta da 40 milioni netti all’anno, avrà la forza di dire no. Nell’immaginario collettivo la Superlega cinese era fino a qualche settimana fa una sorta di cimitero per elefanti: Drogba, Anelka, Gilardino, questi i nomi transitati (e non sempre pagati fino in fondo) a quelle latitudini. Oggi con i colpi dell’ultimo mese si potrebbe completare una formazione da sogno: il difensore brasiliano Gil, i mediano Mbia e Ralf, gli incursori Guarin e Ramires, gli attaccanti Gervinho e Renato Augusto. E ovviamente Martinez. Ma anche per i tecnici non si bada a spese: Zaccheroni s’aggiunge alla schiera dei vari Luxemburgo, Menezes, Eriksson, tutti eredi dell’apripista Lippi.
QUESTIONE DI STATO – Come nasce questo improvviso, violentissimo interesse della Cina per il calcio? L’input ad investire arriva direttamente dal segretario generale del Partito Comunista Cinese Xi Jinping. La sua passione per il “football”, lo ha spinto a definire un programma decennale per rivalutare – fino a 800 miliardi – l’economia sportiva locale, con l’obiettivo di inaugurare 50mila nuove scuole calcio entro il 2025. Ma anche a spingere le maggiori aziende cinesi, molte anche private, a investire nel calcio. Intervenendo in quello occidentale (il colosso statale Wanda ha acquistato Infront e il 20% dell’Atletico Madrid, il Rastar Group ha il 54% dell’Espanyol, da poco anche il 13% del Manchester City è diventato cinese), ma soprattutto nel proprio. Così nel 2015 lo Shanghai, l’Hebei, il Tianjin e per ultimo il Jiangsu sono stati acquistati da giganti dell’e-commerce, della farmaceutica, del real estate, dei trasporti, delle nuove tecnologie. E anche la seconda divisione, la Chinese League One, è in nettissima crescita (l’Hebei di Gervinho è una neopromossa, tanto per rendere l’idea) e da gennaio ha scalzato i principali campionati europei spendendo più di Bundes e Liga spagnola. Resiste strenuamente la serie A, ma anche qui pare solo questione di tempo.
C’E’ CHI DICE NO – Attenzione però, perché non tutti cedono al fascino dei quattrini. C’è anche chi dice no: come Alexandre Pato, che alle proposte da sogno del Tianjin Quanjian, pronto a versargli 12 milioni netti all’anno. Gran rifiuto pure da parte di Gabi dell’Atletico, che ha respinto una proposta quasi doppia: 23 milioni a stagione per volare a Canton, nel Guangzhou. Luiz Adriano ha fiutato puzza di bruciato ed è scapato ad affare praticamente fatto, “no, grazie” l’ha detto anche lo Zenit, di fronte alla proposta choc da 90 milioni di euro formulata dallo Shanghai Shenhua per l’attaccante brasiliano Hulk. Merito del colosso del gas Gazprom, che controlla il club ed è sponsor della Champions League: il Dragone, da questo punto di vista, ha ancora tanta strada da fare.
E NEYMAR DICE NO A 190 MILIONI – Il padre di Neymar non si spaventa certo davanti a certe cifre. Ha infatti rivelato che per il figlio è arrivata un’offerta da un club, di cui non ha voluto rvelare il nome. di ben 190 milioni. “Ma lui ha già detto no perchè vuole restare al Barcellona”.
di Matteo Pinci “Repubblica”