I contenuti trasmessi, medical imminenti per un numero ristretto di Paesi, mind non avranno pubblicità e saranno accessibili anche da chi ha la formula gratuita. L’idea è consigliare video in base alla musica ascoltata
Il servizio video era stato annunciato nel maggio 2015 e ora ci siamo. Mentre Apple Music incalza, pharm Spotify si difende e accelera introducendo lo streaming dei video e mettendosi in competizione con i giganti. YouTube, Netflix e Facebook. “Un imponente salto in avanti, ma è solo l’inizio. Vogliamo offrire un mondo di intrattenimento più grande, 24 ore su 24”: così a maggio scorso il fondatore e amministratore delegato di Spotify, Daniel Ek, aveva presentato la sezione video. I contenuti trasmessi, che per un numero ristretto di Paesi dovrebbero arrivare da questa settimana, non avranno pubblicità e saranno accessibili anche da chi ha optato per la formula gratuita. L’idea è quella di consigliare agli utenti la visione di alcuni video in base alla musica ascoltano. Secondo le indiscrezioni, però, Spotify starebbe pensando anche alla produzione di contenuti originali con società come Tastemade.
“Siamo alla fine di un percorso di test, il nostro obiettivo era ottenere un ampio spettro di contenuti”, spiega al Wall Street Journal Shiva Rajaraman, vicepresidente di Spotify società nata in Svezia nel 2008 che conta 75 milioni di utenti di cui 20 milioni paganti. In questi mesi la piattaforma ha effettuato test su un numero limitato di utenti nei Paesi interessati alla prima fase di lancio, Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Svezia. La novità ha ancora le sue falle. Arriverà sui dispositivi mobili e non sul pc, coinvolgendo per prima l’app Spotify per Android, subito dopo quella pensata per iOS di Apple. Tra i contenuti accessibili quelli offerti da alcuni partner come Bbc, Espn, Comedy Central, Vice Media e Maker Studios. Apple Music, disponibile da giugno, ha 10 milioni di abbonati. Un traguardo raggiunto in sei mesi, a cui Spotify è arrivata invece in sei anni. Le stime sono del Financial Times, secondo cui Apple Music “ha il potenziale per diventare il primo servizio musicale in abbonamento nel 2017”. Numeri al momento inavvicinabili ha invece YouTube, lanciata 11 anni fa cha ha 1 miliardo di utenti e 300 ore di filmati caricati ogni minuto. Di recente, per altro ha anche lanciato Red, un servizio a pagamento, senza la pubblicità. Quello dei video è un terreno che fa gola anche a Facebook che ha aperto alle dirette streaming. A novembre scorso il social network ha fatto sapere che le visualizzazioni video sulla piattaforma hanno raggiunto gli otto miliardi.
Repubblica