Via al supplemento culturale e all’inserto economico
Un supplemento settimanale dedicato ai libri e alla cultura in generale e un inserto economico-finanziario, clinic sulla scia di quanto già fanno i maggiori quotidiani. Il nuovo anno del Qn-Quotidiano nazionale, il dorso sinergico de Il Resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione, si apre con una serie di nuove iniziative il cui obiettivo è di arricchire l’offerta per il lettori ma soprattutto cercare di cavalcare quello che sembra essere un risveglio dell’interesse degli investitori pubblicitari sulla carta stampata offrendo loro nuovi spazi. Gennaio, infatti, per il gruppo Poligrafici è stato un mese molto positivo, tanto che l’editore Andrea Riffeser Monti parla di «crescita a doppia cifra, un dato molto alto» rispetto allo scorso anno, pur senza svelare i numeri. «Ci sono state due o tre aziende che in particolare hanno investito molto a gennaio, e anche febbraio si preannuncia positivo. Credo che ci sia un risveglio della carta stampata, che era già stato previsto a fine anno». Gli ultimi tre mesi del 2015 non hanno riservato invece particolari sorprese positive, con una raccolta «in linea con il budget», considerando che nei primi nove mesi il gruppo editoriale aveva registrato un calo dei ricavi pubblicitari del 6,9% sulle testate del gruppo (35,9 milioni) mentre la concessionaria interna Speed era arrivata a quota 42,7 milioni, in calo del 3,6%.
Per quanto riguarda le nuove iniziative editoriali, il supplemento economico-finanziario sarà in edicola dal 4 di marzo, al venerdì, e sarà in abbinata gratuita su tutta la tiratura del Qn. «Abbiamo scelto di uscire al venerdì perché così i lettori hanno tutto il weekend per leggere», spiega Riffeser, «al contrario di quanto accade il lunedì, giorno di uscita degli inserti degli altri quotidiani. A inizio settimana la gente ha bisogno di correre, di lavorare, non ha tempo». Il secondo progetto nasce su ispirazione dell’esperienza positiva della Lettura del Corriere della Sera e, come questa, sarà a pagamento (tranne per il primo periodo di lancio) e resterà in edicola per tutta la settimana venduto autonomamente perché «ogni prodotto deve stare sulle proprie gambe», dice l’editore. «Sarà un supplemento dedicato alla lettura e alla cultura curato dal direttore del Qn Andrea Cangini con la supervisione del nostro direttore editoriale Bruno Vespa, che ha molto apprezzato questo progetto. Tra l’altro sarà l’occasione per rafforzare l’immagine del Qn, così come quella del Giorno che festeggia i suoi 60 anni il 1° di maggio».
A proposito del Giorno, è quasi ultimato il restyling grafico su tutte le pagine delle cronache locali, con le foto che hanno acquisito ancora più importanza rispetto al passato, titoli più incisivi e contenuti pensati per rafforzare il rapporto con i lettori, a partire dalle inchieste. «I cambiamenti nella redazione, le edizioni che sono state ridisegnate e riformulate, la nomina di Giuliano Molossi come condirettore, mostrano il rafforzamento del Giorno. Dopo il Corriere, Il Giorno è il secondo quotidiano in Lombardia, è importante radicarci ancora di più sul territorio».
Riffeser sta però anche dando un nuovo impulso all’integrazione fra carta e web a tutti i livelli: «non ci sarà più una distinzione fra carta e internet, a partire dai direttori e giornalisti fino ad arrivare alla concessionaria. La pubblicità sarà venduta a pacchetto. Nessuno ha più paura che uno cannibalizzi l’altro. Dovrà essere un cambiamento nel dna del nostro gruppo editoriale. Ci sarà una maggiore integrazione per i giornalisti, che saranno ancora più presenti su internet. È un processo un po’ lento, perché bisogna metabolizzare, ma sarà anche mio compito dare continuamente l’impulso». Nessun piano per fare pagare l’informazione online nemmeno dopo l’esempio del Corriere della Sera: «Quella non è la nostra strada», dice Riffeser. «O la attuano tutti indiscriminatamente o altrimenti diventa molto complessa da seguire. O a livello mondiale si prende la decisione di far pagare tutte le informazioni che contano oppure non ha senso».
Allargando lo sguardo al settore, invece, l’editore si aspetta che il tavolo fra la Fieg, la Federazione degli editori, e i rappresentanti degli edicolanti porti novità su quella che lui da tempo definisce la «liberalizzazione intelligente»: «La domenica il 50% delle edicole è chiuso. Questo pregiudica le vendite nel momento in cui la gente ha più tempo da dedicare alla lettura. Ora credo che siamo molto vicini a trovare una soluzione condivisa da tutti».
di Andrea Secchi da ItaliaOggi