A parole sostenibili, ambulance nei fatti inquinanti: il rapporto “Tracce nascoste nell’outdoor” dell’associazione ambientalista mostra come resistano i Pfc (pericolosi composti polifluorati) nella produzione di prodotti per l’outdoor di marchi celebri, dai vestiti agli zaini
Greenpeace annuncia battaglia contro alcuni marchi di abbigliamento sportivo: The North Face, Patagonia, Mammut, Salewa e Columbia. Responsabili di usare ancora i cosiddetti Pfc (composti polifluorati e perflorurati) per impermeabilizzare i loro prodotti. Sono sostanze chimiche pericolose e persistenti, dannose per la salute e per l’ambiente, di cui sono state trovate tracce negli indumenti. La denuncia arriva proprio da un rapporto che si chiama “Tracce nascoste nell’outdoor” presentato oggi da Greenpeace. “Questi marchi Marchi continuano a usare sostanze tossiche per i loro prodotti outdoor, nonostante si dichiarino a parole sostenibili e amanti della natura”, sottolinea l’organizzazione ambientalista. In ottobre alcuni attivisti avevano chiesto conto ad alcune aziende sull’utilizzo di Pfc, ma solo la svedese Fjällräven rispose di non averne traccia. Greenpeace ha analizzato 40 prodotti, votati nei mesi scorsi dagli appassionati di tutto il mondo sul sito web dedicato, trovando Pfc non solo nell’abbigliamento, ma anche in scarpe, tende, zaini, corde e perfino sacchi a pelo. Solo in 4 prodotti (il 10%) non sono stati rilevati Pfc. “Abbiamo trovato elevate concentrazioni di Pfoa, un Pfc a catena lunga collegato a numerose patologie e malattie gravi come il cancro, in 11 prodotti tra cui alcuni dei marchi The North Face, Salewa e Mammut. Questa sostanza è già sottoposta a severe limitazioni in Norvegia”, afferma Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia. I Pfc sono composti chimici che non esistono in natura. Una volta rilasciati nell’ambiente si degradano molto lentamente ed entrano nella catena alimentare, causando una contaminazione pressoché irreversibile. Sono stati trovati perfino nelle aree più remote del pianeta, in animali come delfini e orsi polari e nel sangue umano. “Marchi popolari come The North Face e Mammut – sottolinea Ungherese – non mostrano grande rispetto della natura considerato il massiccio uso di sostanze chimiche nelle loro filiere produttive. Insieme a tutti gli amanti della natura e degli sport all’aria aperta – conclude il responsabile di Greenpeace – li sfidiamo a mostrarci che cosa vuol dire essere leader nel rispetto dell’ambiente: devono smettere di usare sostanze chimiche pericolose adesso”.
Negli ultimi anni, ricorda l’organizzazione, molti marchi dell’outdoor hanno abbandonato i Pfc a catena lunga a favore di quelli a catena corta, sostenendo che fossero un’alternativa meno dannosa. Eppure, recentemente, più di 200 scienziati da 38 Paesi hanno firmato la Dichiarazione di Madrid sull’ambiente e la sicurezza che raccomanda di
evitare l’uso di tutti i Pfc – inclusi quelli a catena corta – nella produzione dei beni di consumo. Il primo marchio del settore outdoor ad annunciare ufficialmente oggi l’impegno Detox è Paramo Directional Clothing.
La Repubblica