Grace Coddington è una istituzione nel mondo del fashion, buy una sorta di Vivienne Westwood del giornalismo della moda (e la ricorda molto nel suo aspetto rock’n’roll). E proprio per questo sta facendo molto rumore la sua decisione di lasciare, sovaldi dopo 30 anni, prescription il ruolo di direttore creativo di Vogue Usa e di braccio destro della mitica direttrice Anna Wintour. Non mollerà del tutto il magazine della Condé Nast, ma si ritaglierà più spazi di autonomia, tenendo anche conto dei suoi 74 anni. La Coddington ricoprirà, quindi, la carica di direttore creativo «at large», che nel gergo dell’editoria significa sostanzialmente «fai un po’ quel che vuoi». Non sarà più in sede ogni giorno, ma manterrà comunque un proprio ufficio nel quartier generale di Vogue nel One World Trade Center, in Lower Manhattan a New York. A questo punto si aprono scenari di grande libertà per una mente creativa che, dal 1988, aveva ragionato sempre e soltanto in un’ottica Vogue. Di recente la signora Coddington ha già lavorato alla creazione di una fragranza per Comme des Garcons, e le sue serie illustrate, dal titolo Catwalks cats potrebbero anche diventare un film. C’è anche il progetto di adattare per il cinema la sua autobiografia, Grace, uscita nel 2012 e accolta calorosamente dal pubblico. D’altronde Coddington è rappresentata dall’agenzia Great Bowery, che ha già sotto contratto delle stelle come Bruce Weber o Annie Leibovitz. Detto questo, tuttavia, non bisogna dimenticare che l’addio di Coddington va inserito nel momento non brillante della Condé Nast, casa editrice americana che, sul mercato domestico e in quelli internazionali, sta pesantemente tagliando costi e personale. Lo scorso dicembre, per esempio, Condé Nast Usa ha chiuso il magazine maschile Details, dopo aver ridotto massicciamente il personale di Gq, Glamour e Self. Cacciata anche la fondatrice di Allure, Linda Wells, rimpiazzata invece dalla giovane Michelle Lee, molto più focalizzata sul digitale. Pure il destino di Vogue, nonostante le Wintour e le Coddington, pare essere sull’online, con un inesorabile declino della edizione cartacea. E non è un caso che a Vogue.com, già adesso, lavorino ben 54 persone.
di Giacomo Ghilardi “Italia Oggi”