L’indirizzo del cda, remedy che ieri ha anche formalizzato la nascita della direzione Digital
Quello che è accaduto a Capodanno, quando Raiuno ha anticipato il conto alla rovescia per il 2016 di una quarantina di secondi, accade anche con l’orario di inizio dei telegiornali, una pratica che in Rai non dovrà più esistere. È questo l’indirizzo dato dal consiglio di amministrazione di viale Mazzini che si è riunito ieri: una questione di affidabilità, quella che dovrà contraddistinguere la Rai del futuro se non lo è stata finora.E per fare questo si cercherà di raggiungere un gentlement agreement anche con i concorrenti. Uno stop all’utilizzo del doping basato sull’orario nella corsa agli ascolti: anticipare un po’ l’inizio di un tg consente di catturare sui titoli qualche telespettatore che sta facendo zapping oppure di trattenere chi già stava guardando il programma precedente e così di alzare lo share in una fascia molto appetibile per la pubblicità. Ovviamente si parla soprattutto del Tg1 nell’edizione delle 20, che anticipa di tre/quattro minuti l’inizio. Al contrario il Tg5 ha adottato un altra strategia: alle 19.57 trasmette Tg5 Prima pagina, che dura un paio di minuti ed è seguito dalla pubblicità, per poi dare il via al Tg5 vero e proprio alle 20. Sembra che infatti a Mediaset si siano accorti che anticipare l’edizione non pagasse granché mentre un break pubblicitario proprio in quella posizione è molto pregiato per un’emittente commerciale. Stesso discorso per La7, con Mentana che fa una presentazione alle 19.56, lascia spazio agli spot e poi comincia con il tg vero e proprio. Peraltro in questi ultimi due casi l’audience del tg è registrata proprio dalle 20.
L’argomento è stato trattato in cda su input di Franco Siddi. «Non deve capitare più», ha detto il consigliere a margine dell’audizione in Vigilanza con gli altri amministratori, «e non ci interessa se lo fanno gli altri, lo facciano pure ma la Rai non può fare questo. Ci vuole che la Rai cominci ad attenersi agli orari comunicati nella programmazione, la competizione deve essere sana, pulita, ha bisogno di regole e il servizio pubblico deve dare l’esempio. Le cose canoniche, e il tg ma anche il Capodanno lo sono, vanno rispettate». Sempre durante il cda presieduto da Monica Maggioni si è cominciato ad affrontare il tema delle modifiche allo statuto dell’emittente pubblica dopo l’approvazione della legge di riforma della governance. Si dovrà però attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e sarà il prossimo consiglio a fine mese a entrare nel merito dei cambiamenti che daranno al d.g. Antonio Campo Dall’Orto i poteri dell’amministratore delegato.
Definitiva, invece, la nascita della direzione Digital, con a capo Gian Paolo Tagliavia, passato in Ipg Mediabrands, ma ancor prima in Mtv con Dall’Orto. Con questa mossa la Direzione New Media Platforms passerà in ambito editoriale con diretto riporto al d.g. Qui dovrebbero confluire anche nuove risorse dal resto dell’azienda, cominciando da Rai Expo, la struttura creata per l’esposizione di Milano. La divisione avrà il compito di eliminare il ritardo che la Rai ha accumulato sul digitale e riunire i mille rivoli in cui l’offerta è dispersa. «Oggi in cda abbiamo approvato definitivamente la nascita della direzione Digital», ha detto Maggioni in Vigilanza, «che non è solo un pezzetto tecnologico o di gestione di contenuti ma una direzione che ha il compito di declinare il prodotto enorme che Rai già fa, prendere l’intera enorme massa di contenuti e tradurla in contenuto appetibile su diverse piattaforme e device».
di Andrea Secchi “Italia Oggi”