L’azienda ha venduto più iPhone del previsto, ma non basta
Per Apple è una svolta storica: il primo calo di vendite e profitti in quindici anni. I dati fiscali dell’ultimo trimestre segnano un -9% rispetto allo stesso periodo del 2015, col fatturato che scende a 46,9 miliardi di dollari da 51,5 miliardi. Diminuiscono anche gli utili, che passano da 11,1 miliardi di dollari a 9 miliardi di dollari.
Per Apple è il terzo trimestre consecutivo in calo, ma va sottolineato che si è chiuso il 24 settembre, e dunque i dati risentono solo marginalmente del lancio dell’iPhone 7, che ha debuttato nei negozi il 16 settembre. Anche così, comunque, l’azienda di Tim Cook ha venduto più iPhone di quanti Wall Street si aspettava (45,51 milioni contro 44,8 milioni previsti). Dall’iPhone Apple trae il 63 per cento dei guadagni, quindi un rallentamento nelle vendite si traduce facilmente in un calo di tutta l’azienda. Né, in questo trimestre, viene compensato dagli iPad, il cui dato di vendita è di 9,27 milioni, ancora in calo, sia pure di poco rispetto allo scorso trimestre (9,9 milioni). Segno positivo invece per i Mac, che passano da 4,2 a 4,89 milioni di unità, in attesa del nuovo MacBook pro che sarà presentato giovedì. «I nostri risultati del trimestre di settembre concludono un anno fiscale 2016 particolarmente di successo per Apple» ha affermato Tim Cook, CEO di Apple, nonostante il dato negativo. «Siamo entusiasti della reazione dei clienti ad iPhone 7, iPhone 7 Plus e Apple Watch Series 2, così come dell’incredibile momento del nostro business dei Servizi, in cui il fatturato è cresciuto del 24%, raggiungendo il record di sempre». Anche le previsioni sono positive: Apple nel prossimo trimestre ipotizza un fatturato fra i 76 miliardi di dollari e i 78 miliardi di dollari e un margine lordo fra il 38% e il 38,5%. Cook ha spiegato che l’iPhone cresce in 33 Paesi in tutto il mondo. I Paesi emergenti sono l’ultimo terreno di conquista per i grandi produttori di smartphone: ma anche qui le sorprese non mancano. Secondo il Wall Street Journal, le vendite in Cina sono diminuite del 30% rispetto al quarto trimestre del 2015, che aveva fatto registrare invece un aumento del 99%, a causa del crescente peso dei produttori locali e di un mercato che va rapidamente saturandosi. Per questo oggi Apple scommette sull’India, dove le vendite di iPhone nell’ultimo anno sono cresciute del 50 per cento. Se un (relativo) insuccesso dell’iPhone è un problema, lo è però anche il suo successo: Apple, infatti, non è riuscita a soddisfare tutte le richieste dei clienti, e secondo Cook, domanda e offerta potranno trovare forse un punto di equilibrio nel prossimo trimestre, ma solo per il modello minore. Chi ordina un iPhone 7 Plus, invece, dovrà ancora aspettare parecchio. Nel consueto incontro con gli azionisti, il ceo di Apple ha poi accennato alle varie acquisizioni di Apple (quattro nell’ultimo trimestre), rispondendo in modo piuttosto vago alle domande sull’impegno dell’azienda nel settore automobilistico.
Per il resto, è appena il caso di ricordare che Apple rimane la compagnia americana col profitto più alto (45,7 miliardi di dollari nell’ultimo anno) e ha in cassa 237,6 miliardi di dollari in contanti (lo scorso trimestre erano 231,5 miliardi). Anche i 13 miliardi di euro che per l’Unione Europea dovrà risarcire all’Irlanda per tasse arretrate non ne faranno un’azienda significativamente più povera. Ma la vera ricchezza che la Mela deve proteggere è un’altra: quella delle idee, della capacità di innovare, del coraggio di ribaltare le regole e inventare nuovi prodotti, come succedeva fino a qualche anno fa. Di sorprendere, in una parola.
La Stampa