di CESARE LANZA
Scommettiamo che il mistero della strage di Ustica (27giugno 1980) resterà irrisolto? Sono passati 36 anni, non ho la presunzione di fornire qui un contributo importante. Posso solo invocare giustizia e verità e sostenere che non esiste, dopo tanto tempo, alcun motivo per mantenere il segreto di Stato. Un aereo, un Dc9 dell’Itavia, partì da Bologna, diretto a Palermo, e precipitò nelle acque tra Ustica e Ponza. Ottantuno morti: tutti i passeggeri e l’equipaggio. Ci sono state decine di inchieste, giudiziarie e giornalistiche, anche internazionali, processi, roventi polemiche. Dopo 36 anni, le tesi prevalenti sono due: la prima, un complotto, un combattimento nei cieli tra aerei di diversi Stati. Il complotto è sostenuto da Daria Bonfietti, presidente dell’associazione Parenti delle vittime, e da molti giornalisti, ma smentita nei processi. Francesco Cossiga, allora presidente del consiglio, arrivò ad accusare la Francia. La seconda tesi è di Carlo Giovanardi e Vincenzo Ruggero Manca, ex componenti della commissione governativa di Stato, con poteri equivalenti a quelli della magistratura: una bomba piazzata nella toilette dell’aereo. Avevo chiesto, in questa rubrica, verità per il giovane Giulio Regeni, massacrato in Egitto: è evidente che interessi di Stato frenino le indagini. Mi ha telefonato Giovanardi per dire: giusto l’appello per Regeni, ma valga anche per Ustica. Concordo: chi sa e può, parli. Giovanardi ha visto il dossier e pubblicamente ha parlato di carte «decisive e sconvolgenti». Renzi tace, dopo aver desecretato carte che non contengono alcuna rivelazione. Mi stringo alle famiglie delle vittime, ma il mio pessimismo è totale. Il mistero resterà irrisolto.
di Cesare Lanza, La Verità