La Procura sportiva mette sotto accusa il numero uno federale e altre dieci persone, “per avere gestito alla stregua di ricavi e costi tipici della gestione federale le risorse finanziarie versate dalle società affiliate e destinate ad alimentare il Fondo di Solidarietà istituito nell’agosto Duemila per il sostegno economico a favore degli atleti tesserati vittime di gravi infortuni di gioco”
Quei soldi erano stati messi da parte per aiutare i rugbisti vittime di gravi infortuni. Invece il presidente della Fir e i componenti del vecchio consiglio federale li avrebbero utilizzati per far quadrare il bilancio. Violando la legge, ipotizza la Procura sportiva. Alfredo Gavazzi e altre dieci persone (Stefano Cantoni, Fabrizio Gaetaniello, Antonio Luisi, Michele Manzo Von Degerfeld Mauthe, Andrea Nicotra, Antonio Saccà, Paolo Vaccari, Susanna Vecchi, Maurizio Zaffiri), hanno appena ricevuto un avviso di fine indagini preliminari firmato dal Procuratore Nazionale dello Sport, Maria Elena Castaldo.
Gli undici destinatari dell’Acip sono indagati “per avere gestito alla stregua di ricavi e costi tipici della gestione federale le risorse finanziarie versate dalle società affiliate e destinate ad alimentare il Fondo di Solidarietà istituito nell’agosto Duemila per il sostegno economico a favore degli atleti tesserati vittime di gravi infortuni di gioco”, scrive il Procuratore. Che insiste: “Nella circostanza, di non aver garantito la trasparenza e l’autonomia di tale fondo rispetto alle componenti positive e negative dei bilanci della Federazione (…) reiterando tale condotta a partire dall’anno 2007 fino all’anno 2014 con bilancio approvato il 29 aprile 2015”.
Un’altra accusa è quella di “avere alterato e/o falsificato i documenti richiesti dal Collegio dei revisori dei conti e allo stesso tempo prodotti e nella specie i bilanci federali per gli anni dal 2007 al 2014, in particolare avendo alterato il risultato dell’esercizio includendo tra i componenti positivi di reddito i versamenti effettuati dalle società di cui sopra destinati ad alimentare il Fondo di solidarietà che per previsione regolamentare avrebbe dovuto essere autonomo rispetto al bilancio federale”.
Nei confronti di Gavazzi e dei consiglieri, sostiene sempre la Procura, c’è l’aggravante di aver commesso i fatti “con abuso dei poteri e violazione dei doveri derivanti o conseguenti dall’esercizio delle funzioni proprie dei colpevoli”, e di “aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità avendo alterato il risultato dell’esercizio includendo tra i componenti positivi di reddito i versamenti effettuati dalle società di cui sopra destinati ad alimentare il Fondo di solidarietà”.
Quei 834.000 sono stati usati per truccare il bilancio: così diceva l’esposto presentato a suo tempo da Gianni Amore, ex presidente del Comitato rugby siciliano, che ha fatto scattare l’inchiesta. La giustizia sportiva ha indagato a lungo, recuperando molti documenti (bilanci compresi) e interrogando cinque persone. “Ritenuto di non dovere disporre l’archiviazione e di avere l’intenzione di procedere al deferimento sulla scorta delle fonti di prova indicate”, la magistratura ha avvisato gli 11 indagati che hanno la facoltà di nominare un difensore di fiducia, di chiedere copia degli atti del procedimento e di presentare memorie o chiedere di essere sentiti entro il prossimo 19 ottobre. Vale la pena di ricordare che l’ultimo bilancio Fir, per numeri secondo solo a quello del calcio, ha appena registrato un rosso di oltre 2 milioni di euro.
Repubblica