E’ stata fissata per il 21 marzo 2017 davanti al giudice Perozziello la prima udienza al tribunale civile di Milano della causa intentata da Mediaset contro Vivendi sulla cessione di Premium. Per ora non è stata presentata da parte del gruppo del Biscione nessuna procedura d’urgenza. Titolo sui minimi intraday | Sky non è interessata a Premium
E’ stata fissata per il 21 marzo 2017 davanti al giudice, Vincenzo Perozziello, la prima udienza al tribunale civile di Milano della causa intentata da Mediaset contro Vivendi sulla cessione di Premium al gruppo francese. Le cause contro la società che fa capo all’imprenditore d’Oltralpe Vincent Bolloré sono due, una da parte di Mediaset e una dell’azionista Fininvest, ed entrambe sono state fissate per quella data davanti allo stesso giudice.
Allo stato, secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, non è stata fatta alcuna richiesta di una procedura d’urgenza da parte dalle società della famiglia Berlusconi. Nelle scorse settimane, dopo aver depositato le due cause contro Vivendi (una da parte di Mediaset e una di Fininvest), il gruppo del Biscione ha valutato la possibilità di chiedere una procedura d’urgenza in modo da avere tempi più rapidi per una decisione del tribunale.
Mediaset e Fininvest si sono rivolte alla giustizia civile per chiedere che Vivendi rispetti i termini dell’accordo dell’8 aprile scorso sull’acquisto del 100% di Mediaset Premium. Il perfezionamento del contratto era atteso per il 30 settembre. Il 19 agosto scorso Mediaset aveva annunciato di avere intentato un’azione legale contro Vivendi per ottenere l’esecuzione dell’accordo concluso ad aprile, associata a una richiesta di risarcimento danni.
L’intesa della scorsa primavera prevedeva lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi con il 3,5% di Mediaset e il 100% della pay tv Mediaset Premium. Ma poi lo scorso 25 luglio Vivendi ha proposto a Mediaset un’operazione alternativa che prevede lo scambio del 3,5% del capitale della società francese contro il 20% di Premium e il 3,5% del gruppo del Biscione, oltre a un’emissione da parte di Mediaset di obbligazioni convertibili in azioni Mediaset a favore di Vivendi , con scadenze annuali successive in modo tale da permettere “di allineare pienamente gli interessi dei due gruppi”.
Il gruppo francese ha motivato la sua scelta di non perfezionare gli accordi di aprile in quanto “dalla due diligence successiva all’accordo è emerso che le cifre fornite prima della firma non sono realistiche e si basano su basi artificialmente incrementate”. Mediaset ha replicato che quanto dichiarato da Vivendi “è destituito da ogni fondamento giuridico e commerciale”.
A Piazza Affari il titolo Mediaset , debole per tutta la seduta, ha accelerato al ribasso e ora cede il 2,04% a 2,694 euro, testando il minimo intraday a quota 2,69 euro. Pesano le dichiarazioni di Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia, secondo cui il suo gruppo non è interessato a Mediaset Premium. Una vicenda che continua a rimanere un elemento di incertezza.
D’altra parte, la posizione di Mediaset , che ha ribadito la validità del contratto firmato con Vivendi , e l’avvio di un procedimento giudiziale per la tutela di questo contratto, rendono più difficile pensare che ci possa essere parallelamente una trattativa con Sky per una vendita. Solo un eventuale accordo fra Mediaset e Vivendi di annullamento del contratto, a fronte del pagamento di una commissione per la rescissione anticipata del contratto, potrebbe portare all’ingresso di nuovi offerenti.
Milano Finanza