La bolletta, lunga 34 pagine, è stata recapitata al fotografo Daniele Cametti Aspri: «Mi sono sentito male, ho pensato a uno sbaglio perché ho sempre pagato». L’azienda: «Nessun errore, si tratta di un conguaglio decennale»
Una bolletta della luce lunga 34 pagine. «Ho stampato un bollettino postale lungo un metro e 70 centimetri», precisa Daniele Cametti Aspri, fotografo di professione che si è visto arrivare un incredibile conto dall’Acea per una fornitura per il consumo di energia elettrica pari a 65.551,80 euro. Una cifra da svenimento e in effetti «mi sono sentito male – spiega il fotografo – tant’è vero che oggi, 5 settembre, visto che il mio medico è tornato vado subito a farmi visitare». L’ansia certo non è strana di fronte ad un importo simile per la fornitura di corrente. Tanto più che né lavatrice, né televisore o aria condizionata sono accese 24 ore su 24 tutti i giorni: anzi Daniele Cametti è anche stato fuori Roma spesso visto il suo lavoro e non abita in una casa da centinaia di metri quadri.
«Come se avessi fatto un mutuo»
Cosa è accaduto? È arrivato – incredibile – un conguaglio decennale. Le letture del contatore riportate nelle 34 pagine partono, infatti, da 10 anni fa, e arrivano fino ai giorni nostri. Ma la cosa più « singolare – spiega – è il fatto che per dieci anni ho regolarmente pagato la mia bolletta della corrente elettrica ed ero convito di essere assolutamente in regola. Ma la cosa ancora più singolare è che per dieci anni non abbiano fatto le letture non mettendomi in condizione di poter gestire i miei consumi, di valutare un’eventuale dispersione nell’impianto elettrico così come il fatto che qualcuno si stesse attaccando al contatore e mi rubasse la corrente. È come se avessi acceso un mutuo a mia insaputa».
«Ho pensato a uno sbaglio»
Avendo sempre pagato adeguate cifre è logico sentirsi perfettamente in regola, ed il contatore del fotografo è sempre a disposizione per la lettura. «Quando ho visto quel conto – la bolletta è del 19 agosto, ma lui l’ha ritirata non appena tornato da fuori Roma – per riprendermi ci ho messo quasi due giorni. Ho pensato a uno sbaglio». Poi sono iniziate le telefonate con il numero verde dell’Acea, i contatti con i vari uffici, ma nulla da fare. Fino alla scelta di portare il caso all’opinione pubblica di una bolletta con la richiesta di un adeguamento decennale… «Ho il contatore digitale – aggiunge – e quest’azienda per legge deve fare controlli sui consumi rilevati: se mi avessero mandato il conguaglio almeno dopo un anno sapevo come comportarmi e adesso non trovarmi in questa grandissima difficoltà».
Acea: «Ordinaria operazione di conguaglio»
Una strada immediata Daniele Cametti l’ha davanti: quella di ricorrere e innanzi tutto farsi tagliare cinque anni di conguaglio perché le richieste dell’azienda non possono risalire a un periodo così lontano. E poi? «In merito al caso segnalato – risponde l’azienda – Acea conferma l’esattezza dei calcoli inerenti i consumi effettivi del signor Cametti e quindi ribadisce la congruità dell’importo richiesto al cliente. La fattura scaturisce – aggiunge – da una ordinaria operazione di conguaglio a seguito delle ricezioni da parte dei distributori dei consumi effettivi che ha interessato un periodo di dieci anni su una utenza elettrica di 6 kw e non ha alcuna correlazione con un cambio di gestore operato dal cliente».
Prescrizione e rateizzazione
L’esattezza dell’importo è stato inoltre frutto di confronto di dati tra il venditore (Acea energia) e il distributore, in modo da garantire al cliente l’incontrovertibile esattezza dei calcoli. Sono state inoltre avviate ulteriori verifiche tecniche sulle cause che possono aver determinato questa situazione. Ci preme ricordare che il cliente ha il diritto di eccepire la prescrizione e ricevere la rateizzazione del conguaglio». Ma le letture mai portate a conoscenza in questi dieci anni? Le bollette pagate credendo di essere in regola? «Acea – conclude l’azienda – si rende disponibile per fornire ulteriori chiarimenti anche tramite canale diretto con il signor Cametti».
Lilli Garrone, il Corriere della Sera