Donne impresa 4. Da Sydney a Torino, ha in mano lo sviluppo commerciale della più antica torrefazione italiana. In dieci anni ha aperto 99 caffetterie. La centesima vedrà la luce il 15 settembre a Singapore, in coincidenza con il Gp di Formula 1
Vista dall’Australia dove è stata da ragazza, mossa dalla passione per le mete lontane e difficili, l’azienda di famiglia era ancora un punto interrogativo. Poi altri giri per il mondo “per cercare di capire”. Nel 2005 Carolina Vergnano, torinese doc, laurea in Economia alla Bocconi, dopo un anno a l’Oréal a occuparsi di marketing, inizia la sua carriera professionale ed entra nell’impresa fondata dal nonno di suo padre Franco.
Mission dell’imprenditrice, oggi trentacinquenne, è curare le relazioni commerciali con l’estero e lo sviluppo del marchio Caffè Vergnano 1882, la più antica torrefazione italiana, nel progetto di una rete di coffee shop in 19 Paesi. Il rapporto Confimprese 2016 la annovera tra le manager italiane di successo. Nell’arco di dieci anni ha aperto 99 caffetterie. La centesima vedrà la luce il 15 settembre a Singapore, in coincidenza con il Gran premio automobilistico, assieme ad altre due, e darà l’avvio alla distribuzione in Thailandia grazie a un accordo appena siglato.
“Una porta nell’est del mondo necessaria per riuscire a sbarcare in quei mercati” dice Carolina Vergnano. La presenza all’estero si estende con altre nove aperture: Bruxelles, Digione, Mosca, Boston, Lugano e Arabia Saudita, con un giro di affari stimato in cinque milioni di euro. Queste si aggiungeranno agli ultimi Caffè Vergnano inaugurati tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di questo: i due di Monaco di Baviera, all’interno della Galeria Kaufhof e di Eataly, quelli di San Paolo presso Eataly Brasile e di Londra, a Mark Lane, il quinto nella City. I coffee shop arriveranno anche negli aeroporti italiani. Nei piani strategici, si comincerà dallo scalo di Bari per passare a quello di Roma l’anno prossimo.
Quando non è in azienda, la signora del caffè si rifugia a Chieri, nella sua casa in campagna sotto la collina di Torino, isolatissima, quasi un eremo. Ha puntato a realizzare un buon bilanciamento tra lavoro e vita familiare. Sposata, un marito avvocato, mamma di tre figli, ha poco spazio per il tempo libero. Le sua ambizioni sportive per adesso sono in stand by: “Giocavo a golf, ma ora sono peggiorata”, ammette senza alcun rammarico. Poi racconta: “Proprio all’inizio della mia attività, sono arrivata per quattro giorni di fila alle 9,15. Il quinto giorno mio fratello Enrico mi ha preso da parte e mi ha detto che mi sarei potuta permettere quell’orario comodo dopo almeno dieci anni di lavoro e di puntualità. Allora mi indispettì, ma seguii il suo consiglio. A distanza di tempo posso dire che aveva ragione”.
Carolina Vergnano ha anche curato e lanciato il progetto Èspresso, la nuova linea di capsule portata sul mercato lo scorso settembre e prima in Italia compatibile con le macchine Nespresso e con il sistema ‘Lavazza a modo mio’. “Sono fortunata – riconosce -, la mia è sempre stata una bellissima azienda che promuove la cultura del caffè italiano e del brand in tutto il mondo. Da piccola seguivo con molto interesse mio padre mentre lavorava. Lui è una colonna ancora oggi, a fianco ha suo fratello Carlo, noi due figli e mio cugino Pietro. All’estero ho imparato un approccio parecchio diverso dal modo italiano di gestire le persone. Abbiamo 142 addetti e molti collaboratori. Lasciamo liberi coloro che lavorano con noi, ma pretendiamo anche tanto”.
Nel primo semestre 2016 l’azienda Vergnano ha registrato 38 milioni di fatturato, +7,2% di crescita, con 22 linee di produzione, oltre 80 referenze di prodotto, un balzo dell’11% nell’export in 90 paesi (con un fatturato di 7 milioni di euro), e del 10,9% nel settore horeca. Cresce anche la grande distribuzione organizzata che raggiunge un risultato di bilancio di 13 milioni di euro, in aumento del 3% e un portafoglio di oltre sei mila clienti.
I primi paesi d’esportazione si confermano Francia, Germania, Grecia e Polonia dove l’azienda radica la sua presenza nella grande distribuzione, con Auchan e la catena tedesca Saturn-Mediamark. Adesso si punta all’Asia e al Sud America. Quasi ogni giorno nel grande open space dell’impresa
Vergnano si convocano riunioni del tutto informali, momenti di confronto e di discussione chiamati ‘mini cda’. “Ci aiutano a capire – spiega la manager torinese – se ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Ed è una grande chiave per l’accordo tra tutti”.
di PATRIZIA CAPUA, REPUBB LICA