Continua a crescere il numero delle vittime della tragedia che ha distrutto Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto. Nella notte, la prima fuori dalle abitazioni per gli oltre 2.500 superstiti, i soccorritori hanno continuato a cercare eventuali sopravvissuti tra le macerie, mentre nella zona iniziano a moltiplicarsi gli episodi di sciacallaggio. “Il numero delle vittime è un numero aperto: non escludiamo ci possano essere più vittime che a L’Aquila” ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio
Hanno scavato nella notte con le pale e a mani nude, illuminati dalle lampade, mentre la terra tornava a tremare, per provare a recuperare gli eventuali superstiti finiti sotto le macerie. Ma a crescere continuamente, in Lazio e nelle Marche, è soprattutto il numero delle vittime: fino a questo momento sono almeno 241 le persone rimaste uccise dal terremoto di magnitudo 6 che alle ore 3 e 36 di mercoledì 24 agosto ha colpito il Centro Italia (qui la cronaca della giornata).
Distrutte le città di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, rasa al suolo anche Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto (foto). I numeri della tragedia aumentano di ora in ora: 195 le vittime accertate nei paesi laziali, 46 quelli nelle Marche, 270 i feriti ricoverati in ospedali. “Solo ad Amatrice siamo già ad oltre 200, e almeno 30/40 dispersi”, dice il sindaco Sergio Pirozzi, annichilito, mentre i vigili del fuoco predicano speranza. “Non si può escludere che ci siano ancora sopravvissuti sotto le macerie, il tempo ci consente di sperare”, dice il portavoce Luca Cari.
E anche se fino a questo momento i pompieri sono riusciti a salvare 215 persone da sotto le macerie, il sentimento dominante continua ad essere di paura, dato che non ha ancora un numero esatto dei dispersi. “Il numero delle vittime è un numero aperto: non escludiamo ci possano essere più vittime che a L’Aquila” ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. A 24 ore dal sisma, infatti, non esiste una lista definitiva delle persone che nella notte della tragedia erano presenti nei comuni colpiti. Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara, infatti, sono borghi a trazione turistica: d’estate si riempiono di famiglie in vacanza e di turisti e dunque il numero dei presenti aumenta rispetto a quello dei residenti ufficiali.
Un esempio è rappresentato dall’hotel Roma di Amatrice, famoso perché considerato da più di un secolo il tempio della pasta all’amatriciana, che prende il nome dal comune reatino: nella notte del sisma si è sbriciolato inghiottendo i 32 turisti che ospitava. “Ne hanno tirate fuori 4, ora potrebbero essercene altri 2 – dice sempre il primo cittadino – Il resto o sono morti o sono feriti”. Il timore, dunque, è che l’hotel Roma si trasformi nel simbolo della tragedia di Amatrice. “Ma senza avere una lista di partenza – ha aggiunto Curcio – è impossibile sapere quanti sono i dispersi. Continueremo a cercare fino all’ultimo”.
E infatti i vigili del fuoco continuano a scavare senza sosta per recuperare eventuali sopravvissuto. Un lavoro delicato quello svolto da 880 pompieri e 250 mezzi, che ha interessato tutto il cratere del sisma, mentre nella zona la minaccia del terremoto continua ad imperversare. Diverse le nuove scosse registrate nella notte la più forte delle quali di magnitudo 4.5 alle 5:17 con epicentro tra Accumoli ed Arquata del Tronto. Un’altra forte scossa, di magnitudo 4.7 è stata avvertita alle ore 14 e 40 con epicentro ad Amatrice. Nel centro reatino si sono registrati nuovi crolli. Per gli oltre 2.500 sfollati i centinaia di feriti, intanto, si è trattato della prima notte passata fuori dalle case. Nel centro marchigiano sono stati oltre un centinaio coloro che hanno scelto le strutture messe a disposizione dalla Protezione civile. Altri hanno invece dormito nel palazzetto di Amatrice o nelle tende portate ad Accumoli. Nelle zone la temperatura si è mantenuta su livelli accettabili anche la notte. Quasi tutti sono quindi riusciti a dormire, pur nelle sistemazioni di emergenza. “Sono stremati dalle scosse”, sottolinea uno dei soccorritori impegnati. “Abbiamo portato cibo e coperte a volontà“, ha spiegato il sindaco Pirozzi. “Molti – ha aggiunto – sono stati quelli che hanno preferito cercare di dormire un po’ nelle loro auto”. Spesso non lontano dalle case danneggiate dal sisma.
E mentre si scava alla disperata ricerca di sopravvissuti, nei paesi colpiti dal sisma comincia a proiettarsi un’altra ombra minacciosa: quella degli sciacalli. Forze dell’ordine e soccorritori, infatti, hanno segnalato il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio tra Arquata e Pescara del Tronto, la piccola frazione in provincia di Ascoli, completamente cancellata dal sisma.Intanto la procura di Rieti ha aperto un’indagine sul terremoto per disastro colposo. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Saieva, dovrà fare luce anche sui crolli che hanno interessato edifici ristrutturati recentemente, come la scuola di Amatrice e il campanile crollato ad Accumoli.
Il Fatto Quotidiano